Rocciatori alpieri del Settimo scalano le vette della storia

Rocciatori alpieri del Settimo scalano le vette della storia
TRUPPE ALPINEBELLUNO Compleanno in vetta per le penne nere. Nel 70esimo anniversario della Brigata Alpina Julia, a coronamento di un intenso addestramento di specialità, gli...

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TRUPPE ALPINE
BELLUNO Compleanno in vetta per le penne nere. Nel 70esimo anniversario della Brigata Alpina Julia, a coronamento di un intenso addestramento di specialità, gli alpieri del 7° reggimento hanno conquistato alcune tra le più belle e storicamente importanti vette delle Dolomiti. L'anno in cui spegne le settanta candeline, la Julia dimostra di essere più vitale che mai prefissandosi l'obiettivo di raggiungere settanta vette simbolo della sua gloriosa storia e assegnando ai reggimenti dipendenti l'ascensione di 12 cime ciascuno. Tra la dozzina del reggimento bellunese, spiccano il Piccolo Lagazuoi, sia la Parete Ovest che la Parete Sud, dove gli alpieri hanno percorso in tutto 6 vie alpinistiche, con difficoltà comprese tra il quarto e il quinto grado, con 2 cordate ciascuna e il Monte Schiara che, con i suoi 2565 metri, è la vetta più alta delle Dolomiti Bellunesi. Tre sono le vie ferrate percorse, Zacchi, Berti, Marmol, oltre alle vette del Monte Antelao detto anche il Re delle Dolomiti con i suoi 3264 metri e al Campanile di Val Montanaia. Cinque le cordate che l'hanno conquistato, dopo 9 tiri di corda e una difficoltà tra il quarto e il quinto grado, partendo dal Rifugio Pordenone. Infine, a coronamento delle attività, gli alpini bellunesi hanno portato a termine l'ultima marcia in montagna nel mese di ottobre, arrampicandosi fino alla cima del Monte Cauriol, una delle montagne sacre della Grande Guerra e tristemente nota al reggimento in quanto nel 1916 le penne nere del Battaglione Alpini Feltre vi combatterono per conquistarlo.

«Se gli alpini sono considerati per capacità ed expertise dei soldati al quadrato, gli alpieri dell'Esercito possono essere considerati soldati al cubo - dichiara il Comandante delle Truppe Alpine, Generale Claudio Berto - in quanto oltre a saper condurre le attività tipiche del militare, esprimono le capacità tecnico-tattiche nell'ambito del mondo verticale. La montagna è nel dna degli alpini e gli alpieri, che nascono per fare sicurezza ai reparti in attività, oggi si specializzano attraverso un iter formativo composto da corsi diversi, e, sono tra le gemme che la specialità è in grado di esprimere».
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Il Gazzettino