«Ritorno alla naja, una crescita per i giovani»

«Ritorno alla naja, una crescita per i giovani»
LA PROPOSTA TRIESTE È iniziato ieri in Prima Commissione del Consiglio...

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LA PROPOSTA

TRIESTE È iniziato ieri in Prima Commissione del Consiglio regionale l'iter della proposta di legge nazionale firmata da Piero Camber e Mara Piccin (Fi) per il ripristino del servizio civile o militare obbligatorio. In sostanza si propone di colmare un vuoto educativo puntando a reintrodurre un periodo formativo, indicativamente di 6 mesi, obbligatorio, da svolgersi fianco a fianco con chi effettua quotidianamente un servizio a favore della comunità: la protezione civile, le associazioni e organizzazioni del Terzo settore, le Forze armate. La votazione del provvedimento è prevista per martedì 25 settembre: «È un importante atto di impulso nei confronti del Governo e del Parlamento, approderà in Aula il 2 ottobre e la Regione potrà così contribuire a dare ai giovani uno strumento ulteriore di crescita per un rilancio sostanziale, morale e sociale del nostro Paese finalizzato ad un'autentica cultura della solidarietà». I soggetti coinvolti sono i cittadini e le cittadine dai 18 ai 28 anni, senza comunque pregiudizio per l'acquisizione del titolo di studio superiore o universitario: il periodo è di 6 mesi e sarà considerato ai fini pensionistici. In fase di prima applicazione, il servizio sarà obbligatorio a partire dal 2021. Il testo si rifà a quello della Regione Veneto. Esprime soddisfazione il capogruppo della Lega Mauro Bordin secondo il quale però «rimangono alcune valutazioni da affrontare come la durata del periodo del servizio oppure come inquadrare gli studenti universitari che hanno davanti a loro un lungo percorso di studi con la necessità di trovare, subito dopo la laurea, un'adeguata occupazione. Pensare a un esonero per i neolaureati permetterebbe di non compromettere un veloce e necessario ingresso nel mondo del lavoro». Contrario il capogruppo dei Cittadini Tiziano Centis: «Obbligare i ragazzi ad impegnare diversi mesi di vita contro la propria volontà è profondamente sbagliato, la vita delle persone non appartiene allo Stato».

E.B.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino