«Risultati merito delle aziende, lo Stato ci lascia soli»

«Risultati merito delle aziende, lo Stato ci lascia soli»
«Sono dati molto positivi. Significa che in Italia abbiamo belle...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Sono dati molto positivi. Significa che in Italia abbiamo belle aziende che fanno bei prodotti: altrimenti nessuno li comprerebbe. Tanto più che non sono i più economici del mondo». Bruno Vianello sorride nel pronunciare le ultime parole. Quella del fondatore e presidente di Texa, industria di Monastier, leader europea nella progettazione e nella realizzazione di dispositivi per la diagnosi e la telediagnosi di auto e altri veicoli, però, è un'ironia velata da un po' di amarezza. Perché nell'analisi dell'imprenditore trevigiano sul surplus commerciale del made in Italy, in particolare nel Veneto, si mescolano la consapevolezza dell'inventiva e della qualità delle imprese locali e la constatazione dello scarso supporto da parte del sistema paese. In patria e ancor più sui mercati internazionali. «Questi risultati dovrebbero far riflettere i nostri governanti. Perché sono merito quasi esclusivo delle imprese. In Veneto e in Italia abbiamo la fortuna di possedere uno dei migliori tessuti imprenditoriali al mondo. Ma lo Stato fa ben poco per sostenerlo. E non parlo tanto di aiuti economici, quanto di un contesto favorevole, dal costo dell'energia alla burocrazia». Deficit che pesano ancor di più nel confronto con i concorrenti esteri. E che la Texa ben conosce: il gruppo della Marca, 600 addetti, è presente in più di cento paesi nel mondo, realizzando con l'estero circa il 70% del suo volume d'affari. Nonostante tali freni, tuttavia, Vianello è da sempre critico rispetto alla delocalizzazione: «Mi fa molto piacere che siano in aumento le imprese che riportano qui le lavorazioni». L'industriale trevigiano non dorme sugli allori: «La tecnologia di oggi non sarà certamente quella di domani. Siamo di fronte a radicali cambiamenti, che possono mettere in discussione anche l'attuale primato di grandi multinazionali. Si riparte da zero e questo può essere una grande opportunità. Con il nostro ingegno e la flessibilità delle nostre pmi, possiamo approfittarne. Ma dobbiamo farlo qui, nel nostro territorio».

© riproduzione riservata
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino