Ristrutturazione del debito del Cvn Le aziende preparano le contromosse

Ristrutturazione del debito del Cvn Le aziende preparano le contromosse
CONSORZIO IN CRISIVENEZIA Una procedura, quella della ristrutturazione del debito, che mette a riparto il Consorzio Venezia Nuova da pignoramenti e ingiunzioni di pagamento. Ma...

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CONSORZIO IN CRISI
VENEZIA Una procedura, quella della ristrutturazione del debito, che mette a riparto il Consorzio Venezia Nuova da pignoramenti e ingiunzioni di pagamento. Ma che ne limiterà ulteriormente l'attività. Il commissario liquidatore, Massimo Miani, lo ha anticipato in una lettera al provveditore alle opere pubbliche, Cinzia Zincone, in cui precisa che, in questa fase, il Cvn non potrà accettare anticipi per lavori che creino ulteriore debito. A rischio potrebbero esserci gli stessi sollevamenti del Mose, e in genere le attività della fase di avviamento che sono pagati a rimborso. Questione spinosa che Miani e Zincone probabilmente affronteranno domani, in un incontro che era stato programmato una decina di giorni fa, poi rinviato, e che ora inevitabilmente sarà monopolizzato dalla mossa del liquidatore.

MOSSE E CONTROMOSSE
L'attesa è anche per le contromosse delle aziende, sul piede di guerra per un'iniziativa che le ha spiazzate. Una delegazione di consorziate, ieri, ha incontrato il provveditore Zincone, a cui ha esternato grande preoccupazione. Per molte di queste imprese medio piccole, accettare un taglio del 70% dei crediti - questa la percentuale proposta loro dal piano di ristrutturazione - porterebbe dritto al fallimento. L'avvio della procedura, ai sensi dell'artico 182 bis della Legge fallimentare, è stata registrato in Camera di commercio nei giorni scorsi. Oltre 450 le lettere inviate, in questi giorni, a imprese e fornitori in genere. Posizioni anche molto diverse tra loro: c'è chi ha debiti pregressi, chi aspetta stati di avanzamento lavoro, chi ha contratti in essere. La procedura prevede che il piano di ristrutturazione sia votato dal 60% dei creditori. Dalla registrazione in Camera di commercio, scattano 120 giorni di tempo, possibile una proroga fino a sei mesi. Poi, se non ci sarà il via libera del 60%, il Cvn fallirà.
L'ATTESA PER IL CIPESS

Intanto ci sono questi sei mesi per trovare una soluzione. Miani, in questi giorni, avrebbe spiegato di essere stato costretto a questa soluzione, per mettere in sicurezza il Cvn, a fronte di possibili pignoramenti e ingiunzioni. Avrebbe anche anticipato l'intenzione di ricorrere alla cassa integrazione per i dipendenti. Sullo sfondo resta l'attesa per la seduta del Cipess che dovrebbe sbloccare i 538 milioni di residui di mutui da destinare ai lavori del sistema Mose. Soldi che non possono, però, essere destinati a ripianare debiti - come inizialmente speravano il liquidatore e la commissaria sbloccacantieri, Elisabetta Spitz - ma che andranno direttamente al Provveditorato per finanziare nuovi interventi. Comunque una boccata di ossigeno che potrebbe aiutare a trovare una soluzione anche per il Cvn e le imprese. La seduta, inizialmente fissata il 5 maggio, è saltata. Ora il ministro Enrico Giovannini avrebbe assicurato che il via libera arriverà entro il 20 maggio. Si vedrà...
R. Br.
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Il Gazzettino