Rissa tra bengalesi per il controllo della Piazza

Rissa tra bengalesi per il controllo della Piazza
Rissa per il controllo del mercato della vendita di dardi e bastoni da selfie in piazza San Marco. Ancora bengalesi, loro malgrado, alla ribalta della cronaca. Stavolta non sono...

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Rissa per il controllo del mercato della vendita di dardi e bastoni da selfie in piazza San Marco. Ancora bengalesi, loro malgrado, alla ribalta della cronaca. Stavolta non sono vittima di baby aggressori locali, sullo sfondo di quella che assume sempre più i contorni di una faida interetnica in città, bensì da quanto emerso si sono azzuffati fra loro. La polizia, infatti, è intervenuta in piazzale Roma verso le undici di domenica sera a seguito di due chiamate. La prima di un conducente di un autobus Actv, la seconda di una guardia giurata in transito.

Entrambi segnalavano alla sala operativa del 113 una zuffa piuttosto cruenta che coinvolgeva almeno quattro o cinque persone di origine asiatica, con ogni probabilità cittadini del Bangladesh. Pare addirittura che il confronto fisico sia iniziato a bordo del mezzo pubblico per poi spostarsi all'esterno, quando il conducente ha detto che avrebbe chiamato le forze dell'ordine. Uno contro tre o quattro. Questi gli schieramenti in campo. Ed è verosimile che se non fosse arrivata la Volante, il bersaglio della furia dei connazionali non se la sarebbe cavata con qualche escoriazione, specie alle braccia sollevate per parare meglio che poteva e come poteva i colpi degli altri inferti a mani nude.
Gli agenti tuttavia, pur arrivando nel giro di breve, non sono riusciti a intercettare i picchiatori. Sul piazzale dolorante e spaventato c'era solo il bengalese preso di mira da suoi conterranei.
È stato lui a raccontare il motivo del contendere, ovvero che gli altri non gradivano la sua concorrenza nel cuore di Venezia dove da un po' stazionava offrendo appunto ai turisti gli oggetti tipici dei venditore del Bangladesh: dardi luminosi e bastoni per i selfie. Vista la situazione, e il fatto che l'uomo dichiarava di sentirsi ancora in pericolo, i poliziotti hanno deciso di scortarlo fino alla sua abitazione in quartiere Piave a Mestre.
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Il Gazzettino