PORDENONE - Sono state rettificate le comunicazioni inviate dalla Banca Popolare FriulAdria ai debitori ceduti a Ifis Spa. Quelle recapitate lo scorso luglio contenevano degli...
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Il refuso era sicuramente dovuto a un copia e incolla fatto al computer. I clienti FriulAdria si erano subito rivolti al Comitato per la tutela del risparmiatore di Pordenone facendo presente l'anomalia. «L'errore - spiega l'avvocato Sergio Gerin - rischiava di mettere a rischio la riscossione. La cessione dei crediti era autentica, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 21 luglio e l'elenco è consultabile nello studio di un notaio di Firenze». Le lettere erano intestate una a Banca Ifis e l'altra a FriulAdria. Nella lettera della Banca popolare FriulAdria, però, l'istituto si firmava come Cassa di risparmio FriulAdria Spa. Entrambe le banche, inoltre, comunicavano di essere i nuovi titolari del credito. Cosa che avrebbe vanificato la riscossione.
Adesso le lettere sono state corrette, ma la procedura è ripartita da zero con un ritardo di quattro mesi. Il Comitato ha fatto ricorso al Tribunale civile. «In un caso - spiega Gerin - La somma da restituire era stata quantificata in 320 mila euro. Abbiamo fatto gare perizie ed è emerso che il debito era in realtà di 100 mila». In due casi è già stato notificato l'avvio della mediazione obbligatoria.
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Il Gazzettino