Rio Rudan, sensori d'allarme in quota con l'elicottero

Rio Rudan, sensori d'allarme in quota con l'elicottero
VODO Sono serviti ben cinque voli d'elicottero ieri mattina a Peaio di...

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VODO

Sono serviti ben cinque voli d'elicottero ieri mattina a Peaio di Vodo di Cadore per portare in quota i materiali per il sistema d'allarme sul Rio Rudan. Campo base è stato eletto l'impianto sportivo di Vodo, recintato e spazioso offriva le condizioni ideali per le manovre del velivolo e la sicurezza dei tecnici. Un primo viaggio è stato utile per una ricognizione dell'alto dell'asta del Rudan, a bordo anche il sindaco Domenico Belfi che ha potuto verificare assieme ai tecnici regionali dei Servizi forestali lo stato dell'arte. «Abbiamo constatato -spiega il sindaco- che le condizioni dell'alveo sono buone per quasi tutto il tragitto, non ci sono tronchi o altro materiale detritico sull'alveo che possa preoccupare. Diversa invece la situazione a monte: dove nasce il Rudan c'è tanto materiale, tanti detriti e ancora neve». Fotografata la situazione, constatato che il pericolo persiste, si è valutato dove sistemare le strumentazioni dell'impianto d'allarme. Si tratta di sensori che raccoglieranno le sollecitazioni in caso di colata consistente e che trasmetteranno l'allarme alle sirene che verranno posizionate a fondo valle, vicino al ponte sulla statale di Alemagna, per bloccare il traffico, e a beneficio dell'abitato che insiste sull'alveo e dei cantieri sul Rudan. Una giornata piena che ha messo le basi per completare l'operazione che già lunedì mattina, alle 11.30, prevede il primo collaudo del sistema d'allarme. In caso di pioggia non sarà possibile lavorare sul greto del torrente nè in quota nè a fondo valle, ma le previsioni confortano. L'Antelao ha fatto capire che tutto è possibile. Anche la bomba d'acqua che lunedì 6 agosto aveva provocato l'ultima colata fu una sorpresa, solo qualche goccia in paese mentre in quota dove il torrente nasce si è scatenato il finimondo e le conseguenze si sono viste. Acqua e fango che hanno invaso il cantiere ed imprigionato l'escavatorista vivo per miracolo, mentre i grandi massi venivano trattenuti dalla briglia ora pesantemente danneggiata. Per fare il punto delle opere fatte e dell'esito del collaudo è già stata fissata per mercoledì alle 11.30 una riunione in prefettura a Belluno. Sul tavolo potrebbero stare anche altri lavori per la mitigazione del rischio, il sindaco Belfi invoca opere sul fondale del Rudan. Va fatta una pavimentazione che velocizzi lo scarico delle colate così da impedire che l'effetto erosione danneggi il fondale, ma anche gli argini.

Giuditta Bolzonello
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Il Gazzettino