Rigore e sviluppo, nuovo scontro a Bruxelles

Rigore e sviluppo, nuovo scontro a Bruxelles
BRUXELLES - Altolà alle politiche espansive per aiutare la crescita, e catenaccio sul rigore e il rispetto degli impegni di bilancio. Non cambia la posizione del presidente...

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BRUXELLES - Altolà alle politiche espansive per aiutare la crescita, e catenaccio sul rigore e il rispetto degli impegni di bilancio. Non cambia la posizione del presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, nonostante il pressing della Commissione Ue. Un'impostazione «senza consapevolezza» che è subito stata respinta al mittente dal premier Matteo Renzi, e bollata dal ministro allo sviluppo economico Carlo Calenda come «cantonata». La stessa Bruxelles ha risposto per le rime al ministro olandese delle finanze, che tra l'altro potrebbe perdere lo scranno alle prossime elezioni in marzo, difendendo il suo ruolo e il rispetto allo stesso tempo delle regole del Patto di stabilità e del sostegno alla ripresa.

«Non siamo ancora abbastanza stabili per lasciarci andare a questo tipo di traiettoria fiscale espansiva» ha detto Dijsselbloem. Secondo il presidente dell'Eurogruppo, c'è infatti un «conflitto» tra il Patto di stabilità e la proposta di Bruxelles di un +0,5% di posizione fiscale - per l'eurozona nel suo insieme, non per i bilanci dei singoli Paesi - rispetto a quella attuale che è neutra.
«Dijsselbloem non ha consapevolezza di casa accade in Italia», ha tuonato il premier Renzi contro la posizione del ministro olandese delle finanze che una volta di più ha sottolineato che «è importante che gli stati membri rispettino quel che è stato concordato sul raggiungimento dell'equilibrio strutturale». «Sta prendendo una gigantesca cantonata, cosa che fa abbastanza regolarmente», ha rintuzzato Calenda, per cui il presidente dell'Eurogruppo «non comprende che la questione non sono i vincoli di bilancio, ma il fatto che l'Europa è in mezzo a sfide difficilissime, la prima delle quali è una chiarissima disaffezione dei cittadini».
La partita si giocherà lunedì e martedì prossimi a Eurogruppo ed Ecofin, date scelte da tempo ma immediatamente successive al referendum italiano, dove atterreranno sul tavolo dei ministri le raccomandazioni della Commissione.

Intanto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble (nella foto), parlando ad un convegno a Berlino del referendum in Italia, ha detto che spera in un «successo» del premier italiano. «Renzi fa una riforma costituzionale, o tenta di farla, e devo dire che ho un grande rispetto» per questo, ha detto Schäuble rispondendo a una domanda «Se potessi votare in Italia, voterei per lui anche se non fa parte della mia famiglia politica» ha aggiunto, spiegando che Renzi«ha intrapreso diverse riforme e trasmette più fiducia di altri di poter fare i passi in avanti di cui l'Italia ha urgentemente bisogno. Le reazioni naturalmente non si sono fatte attendere. A partire da Beppe Grillo, che invita gli italiani a ribellarsi alla «miope tecnocrazia». E poi Maurizio Gasparri (Fi), che non vuole «un'Italia colonia» e Renato Brunetta dello stesso partito per il quale il ministro tedesco è «Dracula» Ma anche Roberto Speranza, della minoranza Pd, che chiama Schäuble «falco del governo tedesco» per poi concludere che «gli italiani decidono con la loro testa».
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Il Gazzettino