Parte in salita l'esame del ddl di riforma costituzionale nell'aula del Senato: se è slittato l'avvio del voto degli emendamenti, già sono cominciate le proteste. A far...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La scena, dunque, è delle opposizioni e dell'ostruzionismo cominciato già in avvio di seduta, quando il M5S ha contestato il presidente Pietro Grasso. «Continueremo, in questi giorni, a mettere sui binari del treno delle riforme un sasso, due sassi, centomila sassi», ha poi dichiarato il capogruppo pentastellato Vito Petrocelli, replicando a distanza al presidente del Consiglio Matteo Renzi e confermando l'intenzione di dare battaglia. Come la Lega pronta a votare contro e che, per bocca dello stesso relatore Roberto Calderoli, ha sollecitato che il percorso per migliorare il testo prosegua in aula, casomai attraverso la riduzione degli emendamenti, avendo individuato «10-15 punti su cui continuare la riflessione con la senatrice Finocchiaro». Proprio la pd Anna Finocchiaro, relatrice del testo con Calderoli, ricordando che «ci confrontiamo sul frutto del lavoro del Parlamento, in cui molte indicazioni sono state recepite dai relatori», ha confermato che «alcuni punti meritano un approfondimento: gli istituti di democrazia diretta, il ruolo del Senato nel rapporto con la legislazione europea; il bilancio e le nomine a cominciare da quella del capo dello Stato».
Nel frattempo, l'unica votazione svolta dall'assembea ieri è stata quella che ha bocciato la richiesta di Sel e M5S di interrompere l'esame dell'aula per riportare il testo in commissione. E' partita, invece, l'illustrazione degli emendamenti, quasi tutti (almeno secondo Calderoli, che ben conosce i regolamenti) probabilmente ammissibili. Sarà Grasso a dichiarare quali hanno le carte in regola per il voto e quali no, ma basti pensare che solamente il fascicolo relativo all'articolo 1 del testo conta 842 emendamenti. La capogruppo di Sel, Loredana De Petris, si è già detta indisponibile a ritirare la valanga di emendamenti, non senza «la riduzione dei parlamentari e l'elezione diretta del Senato», pur plaudendo all'«apertura sui referendum». Al pari, Vincenzo D'Anna, il vecepresidente del Gal (che ha presentato un migliaio di richieste di modifica), ha annunciato interventi per «sbarrare la strada ad una riforma liberticida». Dal canto suo, Forza Italia ha confermato che non farà mancare il suo appoggio alla riforma: il capogruppo Paolo Romani si è detto disponibile «a eventuali migliorie» proposte da Finocchiaro, ma non all'allargamento della platea per eleggere il Capo dello Stato.
© riproduzione riservata Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino