Riccardi: non c'è nessun "inciucio"

Riccardi: non c'è nessun "inciucio"
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UDINE - «Macché "inciucio". Ho sempre combattuto questa riforma. Nel momento in cui, però, la maggioranza riconosce che ci sono cose che non vanno, è una conquista della nostra opposizione in Consiglio regionale e dei sindaci. Ora vigiliamo sulle proposte di modifica: se non saranno sull'impianto della riforma, ma solo sul metodo, il contrasto sarà ancora più duro». Il capogruppo di Fi, Riccardo Riccardi, non ci sta a veder definite in altro modo, se non come una vera operazione politica, le aperture alla Giunta Serracchiani sulla riforma degli enti locali giunte con il voto favorevole in commissione agli emendamenti alla Finanziaria dell'assessore alle Autonomie, Paolo Panontin, nonché la disponibilità a tavoli condivisi. «Quando la politica va in tribunale, ha perso», ragiona il capogruppo di Fi, e «il compito di chi siede in Consiglio sui banchi di opposizione non è quello di dire sempre e solo no, se ciò che si profila è per il bene dei cittadini e della Regione». La dialettica, a distanza, è con i sindaci «resistenti» (per lo più di centrodestra), quelli che hanno già presentato tre ricorsi al Tar contro la riforma e sono pronti a presentarne un ennesimo se la Regione commissariasse i Consigli comunali che non hanno approvato gli Statuti delle Uti. Ben consapevoli che l'azione governativa sarebbe ad alto rischio di incostituzionalità.

Ma se questa è la loro partita, qual è quella del centrodestra in Consiglio se la maggioranza proponesse modifiche di metodo (per disinnescare i ricorsi) e non all'impianto? «Hanno i numeri per continuare in una riforma sbagliata - conclude Riccardi -. Noi avremo la forza per dire che l'apertura di credito l'abbiamo data e loro non vogliono fare le grandi riforme insieme, al contrario di quello che dicono».
A.L.

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Il Gazzettino