Rialto, il Comune "abbatte" i chioschi

Rialto, il Comune "abbatte" i chioschi
Il suq di bancarelle che assedia il secondo monumento di Venezia, dopo piazza San Marco, ha le ore contate. La pre Giunta di ieri ha infatti dato via libera al nuovo "Regolamento...

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Il suq di bancarelle che assedia il secondo monumento di Venezia, dopo piazza San Marco, ha le ore contate. La pre Giunta di ieri ha infatti dato via libera al nuovo "Regolamento per la tutela e il decoro di Ruga Oresi e Ponte di Rialto". Oggi il commissario Vittorio Zappalorto dovrebbe approvare la delibera relativa che sarà immediatamente esecutiva. Regole per la tutela del decoro e soprattutto dei monumenti, e multe da 500 euro l'una contro i trasgressori sono il contenuto del documento. I commercianti potranno anche tentare di opporsi alle sanzioni o allo stesso regolamento ma dovranno tenere conto che il decreto del ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini stabilisce che, se uno occupa un'area pubblica e la presenza è giudicata un danno perché nasconde o sminuisce il monumento, la Soprintendenza può ordinarne l'allontanamento indennizzando il commerciante per un anno, in base al reddito che denuncia.

E questo è solo l'inizio perché l'intenzione del Comune è di estendere il regolamento all'intero centro storico, dopo che la Soprintendenza avrà vagliato la cosa, andando in tal modo ad incidere sul decoro dell'intera città.
Gli affreschi del sottoportico di Ruga Oresi sono nascosti alla vista, così come la chiesa e, in generale, l'intero edificio-monumento. Le bancarelle, in origine, occupavano gli spazi tra le colonne, poi hanno inglobato parte delle colonne, e in seguito i negozianti hanno ottenuto dal Comune il permesso di aprire dei plateatici che hanno occupato con le pedane di 1 metro e 20 centimetri, diventate 1 metro e 50, e alla fine 1 metro e 80 se si considerano i tendoni, tanto che le ali delle tende che si fronteggiano quasi si toccano creando un unico variopinto tetto.
Il regolamento impone di togliere le pedane ma anche di finirla con le esposizioni a muro di vetrinette o bacheche, e pure con i chiodi piantati sulle colonne per appendere direttamente la mercanzia; come impone anche di togliere i vari sistemi di illuminazione, le pubblicità e i messaggi di sconti o promozioni all'interno delle vetrine.

Niente di nuovo sotto il sole perché, prima di arrivare alla stesura definitiva del documento, il Comune aveva tenuto vari incontri con le categorie. Ora, però, è una realtà e anche il contenzioso aperto da tempo, che ha portato già a 13 denunce penali, avrà probabilmente un altro sviluppo.
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Il Gazzettino