Resta caldissimo il fronte dei profughi nel Veneto. Questa mattina la Commissione

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Resta caldissimo il fronte dei profughi nel Veneto. Questa mattina la Commissione parlamentare di inchiesta terrà l'audizione del prefetto di Venezia Domenico Cuttaia sul sistema...

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Resta caldissimo il fronte dei profughi nel Veneto. Questa mattina la Commissione parlamentare di inchiesta terrà l'audizione del prefetto di Venezia Domenico Cuttaia sul sistema di accoglienza, di identificazione ed espulsione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti e sulle risorse pubbliche impegnate.

La richiesta di convocazione del Prefetto era stata rivolta nelle scorse settimane dall'onorevole Sara Moretto (Pd) al Presidente della Commissione on. Federico Gelli, per fare il punto sulla situazione dell'accoglienza in Veneto e in provincia di Venezia.
Sul fronte locale, ad Abano Terme la protesta del fronte del no all'accoglienza, che l'altro ieri ha impedito un sopralluogo all'ex base militare I Roc di Giarre destinata a ospitare i migranti, si è organizzata in un presidio fisso, con un gazebo e alcune sedie, per "montare la guardia" alla struttura. Molti cittadini hanno portato acqua, caffè, torte e pizze alle «vedette». E' arrivata a 3300 firme la petizione contro il piano della Prefettura di Padova, che ha deciso che il complesso del Demanio debba diventare il secondo hub provinciale per l'accoglienza degli stranieri e richiedenti asilo.
Il presidio è stato organizzato dal comitato «Abano Dice No!» nato dall'omonimo gruppo Facebook che conta ora 7600 iscritti, oltre un terzo degli abitanti della località termale euganea. L'altra sera erano circa 1500 i presenti ad una fiaccolata che si è conclusa davanti al Municipio. A breve, la protesta sarà portata fin sotto la Prefettura di Padova.
«Ho un figlio grande che lavora, e a casa non ho nessuno a cui ho dovuto rendere conto - racconta Fernanda, volontaria al presidio - oggi è la prima volta che vengo qui, per quattro ore, ma ho dato la mia disponibilità per diversi turni anche della prossima settima. Questa è una giusta causa, stiamo lavorando anche per quelli che non si impegnano contro il progetto di mettere al I Roc centinaia di stranieri».

Nel frattempo gli esponenti del movimento "Fare", facente capo a Flavio Tosi, hanno affermato che ci sarebbe l'impegno del ministro dell'Interno Angelino Alfano a trovare soluzioni alternative rispetto alla realizzazione del centro di accoglienza ad Abano. «Tosi è riuscito a strappare ad Alfano una certezza, e cioè che i profughi non arriveranno ad Abano - ha detto Flavio Manzolini, ex leghista aderente ai tosiani - Ci siamo mossi come 10 anni fa quando il I Roc avrebbe potuto diventare un centro di identificazione. Anche allora l'interessamento di Tosi con il ministro Maroni allontanò quella ipotesi da Abano».
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Il Gazzettino