Renzi: non è l'Italia nel mirino

Renzi: non è l'Italia nel mirino
«Il mondo finanziario arranca. Ma l'Italia non è l'epicentro della crisi, che purtroppo ha molte cause: petrolio, tensioni geopolitiche, paesi ex emergenti». Matteo Renzi...

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«Il mondo finanziario arranca. Ma l'Italia non è l'epicentro della crisi, che purtroppo ha molte cause: petrolio, tensioni geopolitiche, paesi ex emergenti». Matteo Renzi nella sua enews settimanale prova a rassicurare italiani e mercati dopo giorni e giorni di Borsa in picchiata e spread sull'otto volante. Per riuscirci, il premier dopo un nuovo vertice con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, garantisce che il governo approverà «ulteriori misure per consolidare il sistema e incoraggiare i processi di trasformazione e fusione». «Del resto, al netto delle scelte tattiche sull'immediato», osserva Renzi, «il punto chiave è che il sistema bancario deve trasformarsi. Altro che le polemiche dell'opposizione, strumentali e ideologiche. In futuro ci saranno meno sportelli e più digitalizzazione, meno retail e più banche di investimento. Tutto ciò non accadrà domattina, sia chiaro. Ma il percorso è questo. E come sempre compito della politica dovrebbe essere prevederlo e saperlo accompagnare».

Per rassicurare i mercati può non bastare un decreto. E già da un paio di mesi Renzi ha inquadrato nel mirino Bruxelles e il fronte del rigore per garantire «crescita e occupazione». Continua a farlo nella sua enews: «Affrontare la questione europea non significa battere i pugni sul tavolo, ma richiamare l'Europa al proprio destino, alla propria vocazione. L'Europa senza crescita è destinata a svanire, l'Europa senza valori è destinata a morire».
Il come, Renzi, lo spiega raccontando di come sta tessendo una tela di contatti diplomatici per creare una “massa critica” con altri leader socialisti e frenare il fronte del rigore che ha il suo alfiere in Angela Merkel: «Di questa Europa per la crescita ne sto parlando a tutti i livelli, incontrando tutti i capi di governo.
Venerdì sera sono andato a cena dal premier olandese Rutte, venerdì ospiterò a Roma il cancelliere austriaco Faymann, la settima dopo il premier incaricato spagnolo Sanchez. L'Europa deve recuperare una visione e l'Italia, finalmente uscita dalla crisi e dal tempo delle promesse vane, può giocare un ruolo di stimolo molto importante».
In questo senso, secondo Renzi, va letta la richiesta di scegliere i candidati alla presidenza della Commissione attraverso le primarie: «È un modo per far entrare i politici in contatto con le persone, anziché solo con le tecnocrazie».

Nella enews renziana non manca un capitolo dedicato alle elezioni americane, «adesso che le primarie entrano nel vivo». Per Renzi, «Le elezioni Usa segnano il futuro molto più di quanto possiamo immaginare. La corsa che si concluderà a novembre di quest'anno sarà decisiva. E noi già ci prepariamo ad accogliere in Italia il nuovo presidente (o la nuova presidente) nel G7 del 28 maggio 2017». Un modo per confermare che non ha voglia di elezioni anticipate e che si voterà, a scadenza naturale, nella primavera del 2018.
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Il Gazzettino