Renzi duro con le toghe: «Contestazioni ridicole»

Renzi duro con le toghe: «Contestazioni ridicole»
Dalle corti d'appello ai social network. La polemica tra magistrati e governo monta e il sequel si legge su Facebook. E' Matteo Renzi a replicare alle durissime parole del pg di...

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Dalle corti d'appello ai social network. La polemica tra magistrati e governo monta e il sequel si legge su Facebook. E' Matteo Renzi a replicare alle durissime parole del pg di Torino Marcello Maddalena che aveva puntato il dito contro il decreto di riforma della giustizia, accusando il governo di avere tagliato le ferie delle toghe e voler «far crepare di lavoro i magistrati». La replica è scontata: «Contestazioni ridicole», ribatte il premier e aggiunge: l'Italia «che è la patria del diritto prima che la patria delle ferie, merita un sistema migliore. Non vogliamo far 'crepare di lavoro' nessuno, ma vogliamo un sistema della giustizia più veloce e più semplice. E, polemiche o non polemiche, passo dopo passo, ci arriveremo». Ad aggiustare il tiro è l'Anm: «Il problema sono le promesse mancate in materia di prescrizione, corruzione e sui reati fiscali», mentre il segretario di Md Anna Canepa, con un tweet accusa Maddalena di aver fonito al premier un assist facile per il gol.

Sabato, anche il presidente della Corte d'Appello di Bologna, Giuliano Lucentini, aveva denunciato la delegittimazione della magistratura paragonando l'esecutivo Renzi a quello Berlusconi, accuse che avevano spinto il ministro Gianluca Galletti ad abbandonare la cerimonia. L'affondo del premier non tarda: «Oggi - ha scritto Renzi - di nuovo le contestazioni di alcuni magistrati che sfruttano iniziative istituzionali (anno giudiziario) per polemizzare contro il Governo. E mi dispiace molto perché penso che la grande maggioranza dei giudici italiani siano persone per bene, che dedicano la vita a un grande ideale e lo fanno con passione. Ma trovo ridicolo, e lo dico, senza giri di parole, che se hai un mese e mezzo di ferie e ti viene chiesto di rinunciare a qualche giorno, la reazione sia il premier ci vuol far crepare di lavoro. Noi - continua Renzi - vogliamo solo sentenze rapide, giuste. Un Paese civile deve avere una sistema veloce, giusto, imparziale. Per arrivare rapidamente a sentenza, bisogna semplificare, accelerare, eliminare inutili passaggi burocratici, andare come stiamo facendo noi sul processo telematico, così nessuno perde più i faldoni del procedimento come accaduto anche la settimana scorsa». Poi la provocazione: «A chi mi dice 'ma sei matto a dire questa cose? non hai paura delle vendette?' rispondo dicendo che in Italia nessun cittadino onesto deve avere paura dei magistrati. E i nostri giudici devono sapere che il governo, nel rispetto dell'indipendenza della magistratura, è pronto a dare una mano».

Anche la replica dell'Anm arriva via Facebook: «Il problema non sono i magistrati, ma le promesse mancate - scrive Sabelli - la timidezza in materia di prescrizione e corruzione, la proposta alla vigilia di Natale di depenalizzare l'evasione fiscale fino al 3%». E ancora: «Le critiche che vengono dai magistrati sono dettate dalla delusione: noi riponevamo e vorremmo riporre fiducia nella volontà di fare le buone riforme, ma chiediamo coerenza tra parole e fatti. Renzi vuole un sistema più veloce e più semplice? Blocchi la prescrizione almeno dopo la sentenza di primo grado, introduca sconti di pena ai corrotti che collaborano con la giustizia, estenda alla corruzione gli strumenti della lotta alla mafia: i casi di corruzione clamorosi più recenti e più noti non sono indiscrezioni».
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Il Gazzettino