Renier a scuola di accoglienza, e Assia indica il percorso

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L'INCONTRO

BELLUNO Come individuare i pregiudizi che ostacolano la conoscenza e favorire l'integrazione di persone di altre culture e religioni nella società italiana? Quali immagini e parole favoriscono stereotipi che creano steccati e sospetti? Domande alle quali è stata cercata insieme una risposta, lo scorso 5 febbraio, durante una lezione-dialogo con Assia Belhadj e gli studenti di alcune classi dell'indirizzo Scienze Umane del liceo Renier. «Abbiamo bisogno di fare dei percorsi insieme, riconoscendo la nostra comune umanità», ha affermato Assia, mediatrice culturale algerina musulmana, referente bellunese del progetto Aisha di sensibilizzazione contro la violenza di genere, proposta nata a Milano da ragazze musulmane di seconda generazione. «Credo sia arrivato il tempo nel quale la donna musulmana deve giocare un ruolo nella società per cambiare le idee sbagliate e far conoscere i suoi diritti e doveri», ha ribadito Assia rivolgendosi ai ragazzi. La narrazione di alcuni episodi sul percorso di inserimento nell'ambiente bellunese, costellato anche di fatiche per i figli e per far prevalere il rispetto, la ricerca di ciò che unisce le persone e ne valorizza l'umanità partendo dalle diversità culturali, la spiegazione del significato di alcuni segni esterni come il velo femminile (jihab), sono stati elementi importanti per l'apertura di un dialogo che bandisce la parola straniero. Curioso, in questo contesto, che in Algeria non esista una vocabolo corrispondente. Integrarsi - è stata la conclusione condivisa dell'incontro inserito in un più ampio approfondimento dedicato alle religioni - non significa assimilarsi, ma dialogare valorizzando la propria identità. La pratica religiosa non può mai essere contro qualcuno: né il velo, né il cibo, né il rito possono essere armi identitarie. Assia e la comunità musulmana bellunese, insieme al Movimento cattolico dei Focolari, hanno al loro attivo diverse iniziative per far crescere l'accoglienza e il comune impegno per una mentalità aperta e responsabile.

Giovanni Santin
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Il Gazzettino