«Regione parte civile noi contro le banche»

«Regione parte civile noi contro le banche»
«I cittadini devono sapere dove sono finiti 11 miliardi di euro: ci sono 205mila famiglie che si sono viste azzerare il valore della azioni». Luca Zaia, presidente della...

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«I cittadini devono sapere dove sono finiti 11 miliardi di euro: ci sono 205mila famiglie che si sono viste azzerare il valore della azioni». Luca Zaia, presidente della Regione, ieri si è presentato così, parlando in dialetto, sul palco di piazza dei Signori, alla fine della marcia «Risparmio Rubato», organizzata dal coordinamento dei soci delle banche popolari venete «don Enrico Torta».

«Chi ha sbagliato deve pagare con tutto quello che possiede. La Regione si costituisce parte civile accanto ai risparmiatori contro le banche - mette in chiaro il governatore - abbiamo già stanziato 500 mila euro per la difesa legale, deliberato che chi fa l'Isee può equilibrarlo denunciando le azioni che non hanno più valore, e portiamo avanti una grande azione nei tavoli di conciliazione».
«Ma serve un intervento del governo - aggiunge Zaia - in modo da ristorare le famiglie a fronte di una tragedia che ha fatto più danni della Prima guerra mondiale. I veneti sono spesso messi in disparte, ma noi siamo qui per difenderli». In testa al corteo c'erano molti consiglieri regionali e tanti sindaci con la fascia tricolore, senza distinzioni di partito. Anche loro hanno un ruolo fondamentale.
«Chiederemo a tutti i primi cittadini della Lega - annuncia Gianantonio Da Re, segretario "nazionale" del Carroccio - di avviare un'azione di responsabilità nei confronti delle banche per ogni cittadino che si rivolge ai servizi sociali dopo aver visto sparire tutti i propri risparmi».
Tutti chiedono che i colpevoli vengano puniti. Non solo i vecchi vertici delle popolari, ma anche chi in Banca d'Italia non avrebbe controllato a dovere. «È successo un cataclisma. Un fatto di gravità inaudita nella terra del valore del lavoro - spiega Giovanni Manildo, sindaco di Treviso - la politica deve garantire che venga attuato il principio di responsabilità per ridare un minimo di fiducia».
Per gli amministratori quella di ieri non è stata una marcia semplice. Lo stesso Manildo, come inizialmente Zaia e Marina Buffoni, assessore di Padova che ha pagato lo scotto di parlare per prima dal palchetto di piazza dei Signori, sono stati contestati dai manifestanti.
Poi gli organizzatori hanno riportato un po' di calma: «Tutti avrebbero fatto meglio a esporsi anche prima - hanno detto - ma meglio tardi che mai. Sono fondamentali per portare avanti la nostra battaglia». E ieri c'erano. «I sindaci devono essere in prima linea per dare un segnale forte - sottolinea Silvano Piazza, sindaco di Silea, del Pd - il governo dovrebbe intervenire, sì, ma il vero problema è che il sistema è marcio».
«Qui - aggiunge Miriam Giuriati, sindaco di Casier del Pd - i cittadini sono stati convinti a mettere i soldi dove non avrebbero voluto». Un concetto ripreso più volte ieri. Anche da Marzio Favero, sindaco leghista di Montebelluna, epicentro del terremoto Veneto Banca: «Il nuovo consiglio di amministrazione si deve mettere una mano sulla coscienza e garantire almeno un parziale risarcimento delle persone che ora sono più in difficoltà».
In marcia c'era anche Simone Scarabel, consigliere regionale del Movimento 5 stelle. «Noi abbiamo sollevato il problema già un anno fa. E siamo sempre stati tacciati come Cassandre - si sfoga - chi ha sbagliato deve pagare e non cavarsela passano le proprietà ai figli come se niente fosse».

L'intervento più duro, infine, è arrivato da Lio Guido, sindaco del piccolo Comune di Segusino: «Inutile girarci attorno: bisogna capire che è in atto un disegno criminale - conclude - la protesta è sacrosanta, ma deve essere attiva e fattiva».
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Il Gazzettino