Regionali, finita l'era dei candidati acchiappa-voti

Regionali, finita l'era dei candidati acchiappa-voti
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LA CORSA AI NOMI

PORDENONE I partiti del centrodestra - in particolare Forza Italia e Lega - lavorano alla chiusura delle liste guardando alle trattative politiche per l'individuazione del candidato presidente. Anche se ogni elezione fa storia a se, è chiaro che i risultati delle Politiche del 4 marzo sono troppo freschi per non influenzare le regionali. E dunque la Lega con il buon risultato ottenuto in tutto il territorio della provincia fa meno fatica a trovare amministratori o militanti pronti a spendersi. Non molto diversa la situazione in casa del Movimento Cinque Stelle: nel caso dei grillini la lista è di fatto uscita dalle regionarie online. In Forza Italia la lista è di fatto chiusa: anche se ancora qualche tassello è aperto. L'alleanza regionale con l'Udc ha portato alla candidatura di Nicola Calligari. Mentre deve ancora perfezionarsi la disponibilità di un posto per le categorie produttive (o meglio, una parte di esse): tra i vertici del partito e le stesse categorie il dialogo è aperto. Il nome più probabile era quello del presidente Coldiretti Cesare Bertoia. Intanto nel Pd - ieri sera in assemblea - oltre ai nomi dei consiglieri uscenti e a quelli già confermati ieri si erano aggiunte le ipotesi di Angelo Righetti (come esterno al partito, si è candidato alle recenti politiche nella lista Insieme di socialisti e verdi) e di Adriana Del Tedesco di Fontanafredda e Federica Dalla Rosa, già sindaca di Chions. Intanto nonostante manchi un mese e mezzo al voto già alcuni candidati si sono presi avanti con i maxi-manifesti, i classici sei metri per tre che sono comparsi in città. Il più presente finora è il candidati di Fratelli d'Italia Alessandro Basso: la sua candidatura è sponsorizzata anche dallo stesso sindaco Alessandro Ciriani. Anche se nel partito gli ex di Alleanza nazionale hanno manifestato più di qualche mal di pancia e le candidature, anche pesanti, non mancano: da Francesco Ribetti a Dorino De Crignis fino all'avianese Dusy Marcolin. Anche Sergio Bolzonello è comparsi nei manifestoni: stavolta il vicepresidente è candidato presidente e non dovrà cercarsi le preferenze in una lista, bensì i voti per la coalizione che lo sostiene. Stavolta la sfida è diversa: cinque anni fa dimostrò di essere una macchina da voti raccogliendo quasi diecimila preferenze. Un record che difficilmente stavolta qualcuno tra tutti i candidati dei diversi partiti riuscirà a eguagliare. È sempre più difficile trovare candidati da 3, 4 o 5 mila voti.

d.l.
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Il Gazzettino