TREVISO - Dagli oltre 334 milioni di chi abita a Montebelluna ai 53mila di chi vive a Revine: in provincia di Treviso non c'è un solo comune che si sia salvato. In tutti e 95...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Che Montebelluna fosse il fulcro del sistema di Veneto Banca era facilmente intuibile, visto che lì ha sede la banca e in quel territorio ha attecchito, soprattutto all'inizio, quando si chiamava ancora Banca popolare di Asolo e Montebelluna: se tutti i 31mila abitanti avessero avuto azioni, ognuno di loro avrebbe perso in media quasi 11mila euro (10.800 per la precisione). Scorrendo la tabella pubblicata a destra si scopre che, in valore assoluto, Montebelluna distanzia nettamente tutti ed è seguita da Treviso (151 milioni), Conegliano (71 milioni), Castelfranco (60 milioni), Pederobba (51 milioni), Asolo (44 milioni), Villorba (37 milioni), Maser (33 milioni), Cornuda (32 milioni) e Susegana (31 milioni). A parte qualche eccezione, si tratta di aree della zona intorno a Montebelluna, dove Veneto Banca era la vera banca del territorio.
Pochi sono i comuni nei quali la somma delle perdite dei singoli azionisti non raggiunge il milione di euro: oltre a Revine, unico sotto i centomila), ci sono Orsago a 184mila, Portobuffolè a 300mila, Monastier a 546mila, Cison a 580mila e Codognè a 905mila. La dimensione dei comuni è sicuramente importante, ma non è secondario il fatto che fra i territori che hanno avuto meno perdite ci siano due comuni come Orsago e Monastier nei quali erano cresciute altre banche locali, che hanno sicuramente attratto investimenti, allontanandoli dalla calamita di Veneto Banca. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino