Reclutatori dell'Isis in Italia

Reclutatori dell'Isis in Italia
Sul fronte della caccia ai "trafficanti di aspiranti jihadisti" la guardia è più che alta che mai. In Veneto, in Italia e in tutto il Vecchio Continente. A confermarlo una...

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Sul fronte della caccia ai "trafficanti di aspiranti jihadisti" la guardia è più che alta che mai. In Veneto, in Italia e in tutto il Vecchio Continente. A confermarlo una informativa dei servizi segreti diramata a polizia, carabinieri, finanza e marina circa il possibile sbarco in Calabria di una dozzina di miliziani dell'Isis, l'organizzazione composta da estremisti sunniti che definisce se stessa come stato (del Levante e dell'Iraq) e non come gruppo, e che adotta metodi talmente violenti dai quali persino al-Qaida ha preso le distanze.

A far scattare la massima allerta il fatto che pure all'intelligence svedese, attraverso canali e fonti del tutto diverse, sia arrivata una segnalazione praticamente coincidente. E parimenti inquietante. Le due reti di 007 infatti avrebbero raccolto indicazioni convergenti circa l'arrivo sulle coste ioniche di una dozzina di "reclutatori" Isis imbarcati su un natante che avrebbe fatto scalo operativo in Libia. La data di approdo inizialmente programmata per fine luglio, sarebbe stata posticipata di un mese, attorno quindi al 24-25 agosto. Tre giorni fa.
Niente a che vedere con i barconi dei disperati affidati a scafisti senza scrupoli che fanno carne da macello di immigrati clandestini. La dozzina di fanatici votati alla "Guerra Santa", invece sarebbe composta da persone in possesso di ottima cultura generale, in grado di parlare correttamente più di una lingua straniera, e fornite addirittura di passaporto regolare, in grado di integrarsi perfettamente fra gli "occidentali".
Con una missione precisa: fare proselitismo in maniera occulta per arruolare guerrieri disposti a combattere in particolare in Siria.
Come? Cominciando a frequentare i luoghi di ritrovo e di preghiera islamici in Italia e in Francia ma anche in Olanda, Norvegia e Danimarca paesi considerati dagli aderenti all'Isis meno "attenzionati" dall'antiterrorismo europeo. Di qui la direttiva, diffusa in tutte le Questure e in tutte le stazioni dell'Arma anche le più piccole, di intensificare i controlli nei pressi non solo di moschee e centri culturali ma anche sulla clientela dei negozi etnici, come le macellerie islamiche per arrivare a localizzare i presunti miliziani fondamentalisti. I quali, questo è indubbio, possono godere di fiancheggiatori sul territorio che hanno provveduto a organizzare loro spostamenti, sistemazioni logistiche, creandogli su misura le coperture necessarie a passare inosservati.
Si teme infatti che nella folle strategia del terrore tesa a imporre a livello mondiale il verbo della Jihad, il passo successivo all'"arruolamento" di volontari possa essere quello di raccogliere informazioni su possibili obiettivi futuri di azioni terroristiche all'interno della Ue.

In questo contesto si inserisce anche l'inchiesta della Procura di Venezia che contesterebbe finora ad almeno cinque stranieri residenti in Veneto il 270bis, ovvero il reato del codice penale che persegue l'associazione a fini eversivi.
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Il Gazzettino