Rapine in gioielleria, banda sgominata

Rapine in gioielleria, banda sgominata
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Puntavano le gioiellerie. Le studiavano con accurati sopralluoghi preventivi. Sceglievano possibilmente quelle prive di sistemi di videosorveglianza e con titolari anziani, con minore capacità di difesa. Poi le rapinavano armati di pistola. Agiva così la banda di rapinatori "trasfertisti" che partivano dalla Campania e colpivano nel Nord Italia, sgominata dai Carabinieri del Comando provinciale di Venezia, in collaborazione con i colleghi del Comando provinciale di Udine e Napoli.

Nunzio Carraturo, 68 anni di Napoli e Vincenzo Cocchia, 60 di Pozzuoli, ritenuti gli ultimi due componenti del sodalizio, sono finiti in manette nella notte, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Udine per due colpi messi a segno in Friuli. Il primo, da 30mila euro, il 26 novembre 2010 alla "Oro&Logi" di Udine. Il secondo da 100mila euro l'8 marzo 2012 alla "Piussi" di Tarvisio.
In entrambi i casi i malviventi avevano fatto un sopralluogo in negozio qualche tempo prima di entrare in azione. Si erano finti clienti. Avevano contrattato un acquisto facendosi mostrare molti gioielli.
Scelta una collanina, avevano lasciato 20 euro di caparra a garanzia dell'acquisto e avevano spiegato di dover andare a prelevare il resto dei contanti. Poi erano rientrati in negozio arma in pugno e non avevano esitato a imbavagliare e legare gli anziani titolari.
Il gioielliere tarvisiano era stato anche pesantemente malmenato, costretto a ricorrere per questo al ricovero in ospedale.
A incastrarli, ora, sono state le impronte lasciate nel nastro adesivo e nelle corde usate per immobilizzare le proprie vittime, sapientemente repertate dai militari dell'Arma del comando provinciale di Udine intervenuti all'epoca per i rilievi. Dai campioni biologici così raccolti sono stati ricavati dna e impronte che i carabinieri del Ris di Parma hanno potuto comparare con quelle della banda di rapinatori trasfertisti.
È stato proprio l'intuito dei Carabinieri del Nucleo investigativo di Udine a ipotizzare subito un collegamento tra i colpi friulani e quelli messi a segno, con lo stesso modus operandi, dalla banda di rapinatori delle gioiellerie individuata a inizio anno dai colleghi di Venezia.

A inizio marzo, fra Bergamo e Milano, i militari del Nucleo investigativo della città lagunare avevano arrestato quattro persone per la rapina del 3 gennaio 2015 ai danni di una gioielleria di Strà, in provincia di Venezia, cui si sommano ora gli ultimi due arresti.
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Il Gazzettino