Ranieri duetta con Tiziano Ferro «Direttore al Festival? Ci penserei»

Ranieri duetta con Tiziano Ferro «Direttore al Festival? Ci penserei»
DIETRO LE QUINTEA 32 anni dal trionfo al Festival di Sanremo, Perdere l'amore tornerà a riecheggiare nel teatro Ariston. Massimo Ranieri la canterà insieme a Tiziano Ferro. Il...

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DIETRO LE QUINTE
A 32 anni dal trionfo al Festival di Sanremo, Perdere l'amore tornerà a riecheggiare nel teatro Ariston. Massimo Ranieri la canterà insieme a Tiziano Ferro. Il Festival sarà anche l'occasione per presentare fuori gara una canzone inedita, Mia ragione, che anticipa la pubblicazione del nuovo album di Ranieri, in uscita in primavera. In futuro potrebbe anche accettare di fare il conduttore e direttore artistico: «Se me lo proponessero ci penserei, anche se mi si accappona la pelle».

NUOVO LAVORO
È contento dello «strano connubio» con Tiziano Ferro. Il duetto dovrebbe essere inserito in scaletta nella seconda serata della kermesse. «Tiziano ha dichiarato di essere rimasto fulminato quando nel 1988, davanti alla tv insieme al papà, mi vide a Sanremo con Perdere l'amore. È stato lui a cercarmi insieme ad Amadeus - racconta Ranieri - e sarò felicissimo di ricantarla con questo grande artista. Speriamo che sia un bel momento, la canzone lo merita, è la canzone per antonomasia. Proprio un anno fa ci lasciava l'autore Giampiero Artegiani».
Il nuovo album, frutto di anni di lavoro a distanza con Gino Vannelli, che ha anche curato gli arrangiamenti, «includerà - spiega - qualche inedito e molte piccole grandi canzoni del passato che non sono state grandi successi perché non le ho promosse, avendo lasciato la musica, in quegli anni, per dedicarmi di più al teatro». Alcuni esempi? Via del conservatorio, Quando l'amore diventa poesia (Sanremo 69), Per una donna, Sogno d'amore, Le braccia dell'amore.
Un'altra canzone dell'album, cantata con Vannelli, è We are brothers' (nella versione italiana Siamo uguali). Tra le tracce ci sarà anche Je ne veu sais que toi il prezioso inedito che Charles Aznavour regalò a Massimo Ranieri, pochi anni prima di morire. «Mi disse fanne ciò che vuoì. È un testo molto particolare e bello, adattato in italiano da Gianni Togni. Un pezzo aznavoiuriano in cui Ranieri si riconosce dopo aver inserito nel suo repertorio l'inossidabile L'istrione
IDEA DIRETTORE

Tornando a Sanremo, dopo Morandi e Baglioni, Ranieri potrebbe valutare l'idea di lanciarsi nell'avventura della guida del Festival. Certo che ci penserei - risponde - anche se è una roba dantesca per la grande responsabilità che Sanremo comporta. Dovrei prendermi sei mesi di vacanza da concerti, teatro e film, ma sarei un ipocrita a dire che non valuterei la proposta». Consapevole della eco mediatica di ogni cosa che accade nell'ambito di Sanremo, anche alla luce delle polemiche di quest'anno, Ranieri auspica un glorioso ritorno del Festival alle origini «quando per alcuni giorni, in totale relax, si ascoltavano bellissime canzoni, con melodie e testi importanti, con grandissimi cantanti come Domenico Modugno, Claudio Villa, Johnny Dorelli, tutti calibri da 90. Ero un ragazzino, erano i miei divi, li guardavo e ascoltavo a bocca aperta. Sarebbe bello, osserva, recuperare »la spensieratezza di allora».
R.C.
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Il Gazzettino