MILANO - Tegola giudiziaria su Ei Towers. Il Cda della società delle antenne tv del gruppo Mediaset è indagato con l'ipotesi di aggiotaggio per l'Opas, l'offerta pubblica di...
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Le indagini sono nate da una relazione delle Fiamme Gialle per segnalare alla Procura una presunta carenza informativa nel comunicato col quale Ei Towers il 24 febbraio ha annunciato il lancio dell'offerta di acquisto e scambio. La proposta fissava per la validità dell'Opas il raggiungimento di una soglia del 66,67% del capitale di Rai Way (controllata al 65% dalla tv di Stato) senza però citare il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri del 2 settembre scorso. Decreto che, varato per la quotazione in borsa dell'azienda, imponeva di mantenere in mano pubblica almeno il 51% della società targata Rai.
L'ipotesi degli inquirenti, condivisa anche dalle associazioni del consumatori, Adusbef in testa, è che l'offerta fosse fin dall'inizio impraticabile. Di conseguenza i sette componenti del board di Ei Towers in carica alla data dell'annuncio dell'Opas (quasi tutti riconfermati all'assemblea del 21 aprile, a partire dal presidente Alberto Giussani e dagli amministratori delegati Guido Barbieri e Valter Gottardi) potrebbero essere responsabili di manipolazione informativa. Gli inquirenti puntano proprio a capire quali finalità ci siano state dietro la presunta dimenticanza nel comunicato al mercato e se sia stata frutto di dolo.
Diverse le conclusioni della Consob, che pur si è mossa prima per mettere in standby, poi per bocciare l'Opas. L'operazione in teoria all'inizio poteva anche essere praticabile (i decreti si possono cambiare o, magari, poteva esserci un accordo politico non noto per le nozze di Ei Towers con Rai Way). Solo in seguito, in particolare quando il governo ha ribadito di voler mantenere il controllo in mano pubblica, è diventato chiaro che non c'erano le condizioni per procedere. Messa alle strette dalla Commissione, oltre che dalla levata di scudi dell'Antitrust e del Cda della Rai, Ei Towers, dopo aver abbassato dal 66,67% al 40% la soglia, ha quindi deciso (e formalizzato il 21 aprile) di ritirarsi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino