Al tiro a segno contro la Rai e i favolosi stipendi dei suoi dirigenti si iscrive anche il ministro dell'Interno Angelino Alfano. «Non è concepibile che in un Paese nel quale il...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
IL DG BATTAGLIERO - Gli attacchi alla dirigenza Rai non sono più una prerogativa del M5s e di Beppe Grillo. Ea dire il vero non lo sono mai stati ma ora è il governo a indignarsi. Prima di Alfano era stato il ministro Poletti a sparare a zero. Oggi il dg verrà audito in commissione parlamentare di Vigilanza. Renzi e i renziani si aspettano gesti concreti. Ma il dg per il momento non ci pensa propio e va avanti per la sua strada. «Sono stipendi che ho già trovato prima di arrivare, quelli che ho assunto sono a tempo determinato», ha confidato ai suoi collaboratori annunciando che a San Macuto sarà «battagliero».
Ma il pd Anzaldi, da sempre una spina nel fianco della dirigenza, non ha nessuna intenzione di abbassare i toni. Quasi rimpiange i tempi di Tarantola e Gubitosi, l'ex presidente e l'ex dg. «Campo Dall'Orto e Maggioni dovrebbe fare come loro, dare l'esempio, applicare il tetto dei 240 mila euro annui senza protestare». E mentre l'onda lunga dello sdegno avanza, Anna La Rosa, ex direttrice dei servizi parlamentari, si dice pronta al trasferimento a Nairobi oppure a fare il capo sede del Veneto piuttosto che stare con le mani in mano. «A me il tetto è stato applicato ed è ancora in vigore. E visto che la Rai si è adeguata in ritardo alle nuove norme, sto restituendo quello che ho guadagnato in più per circa un anno. Ogni mese restituisco 1000 euro netti, più di 20mila euro lordi l'anno, ne avrò ancora per un anno. E per fortuna che superavo di poco i 240mila». E rincara: «Non si può essere direttori a vita. Io lo sono stata ai servizi parlamentari per 7 anni, poi mi hanno epurato, dalla sera alla mattina, fu Cappon a farmi fuori lo appresi il giorno dopo dai giornali. Ma non mi passò per la testa di fare causa per demansionamento, ho continuato con le mie trasmissioni. Nella mia carriera ho fatto l'autrice, la cronista parlamentare, mi sono occupata di società, salute, posso fare qualsiasi cosa».
© riproduzione riservata Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino