Cade in acqua dopo la serata di festa con amici: lo cercano fino all'alba, ma era a casa

Cade in acqua dopo la serata di festa con amici: lo cercano fino all'alba, ma era a casa
VENEZIA Lo hanno dato per disperso nelle acque della laguna dopo averlo cercato per tutta la notte fino all'alba. Il lieto fine solo al mattino quando un vicino ha avvisato la...

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VENEZIA Lo hanno dato per disperso nelle acque della laguna dopo averlo cercato per tutta la notte fino all'alba. Il lieto fine solo al mattino quando un vicino ha avvisato la polizia di averlo visto rientrare: e quando gli agenti hanno suonato alla porta di casa è stato lui stesso ad aprire e a raccontare quanto era successo.

Protagonista un 25enne di Murano insieme ad altri tre coetanei, due ragazze e un ragazzo.

I quattro giovedì decidono di trascorre la serata insieme e prendono la barca per andare in centro storico.
La cena e poi il dopo cena, un po' troppo alcolico tanto che risalgono sull'imbarcazione piuttosto brilli. Intanto si sono fatte le tre di notte. Una volta giunti nei pressi dell'isola di San Giorgio ecco che il giovane cade in acqua, non si sa se per una bravata o per aver perso l'equilibrio. Tanto che all'inizio anche gli altri tre passeggeri pensano a uno scherzo.

Poi però passano troppi minuti e dell'amico non c'è alcuna traccia: lo chiamano, lo cercano, illuminano lo specchio di laguna attorno alla barca. Nulla di nulla. Temendo il peggio danno l'allarme. La prima motovedetta a raggiungere il luogo segnalato è quella della Capitaneria di porto.

LE RICERCHE
Le ricerche cominciano frenetiche: si sa che in frangenti del genere il fattore tempo è determinante, vitale.
Si chiede l'ausilio anche delle unità della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza. Ma nonostante tutti gli sforzi non si riesce a individuare il 25enne, tanto che fra le ipotesi più agghiaccianti spunta anche quella che sia stato inghiottito dai marosi, affogando.

Nel frattempo però i poliziotti avevano cercato di contattare conoscenti e parenti per capire se magari, salvatosi in qualche modo, il naufrago potesse averli in qualche modo avvertiti. Un'intuizione vincente dato che alle sette del mattino, appunto, un vicino ha chiamato il 113 per avvisare che gli pareva di aver visto rincasare il ragazzo.

Come aveva fatto a salvarsi? A raccontarlo è stato lui: a nuoto e non senza fatica ha raggiunto la riva dalla parte di San Marco e lì spossato e sfinito un po' alla volta si è ripreso tanto da riuscire a salire su un vaporetto che lo ha riportato a Murano. Tutto è bene quel che finisce bene. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino