«Racket dei mendicanti a Venezia»

«Racket dei mendicanti a Venezia»
LA POLEMICAVENEZIA A Venezia c'è un racket dei mendicanti? È quello che si chiede il consigliere regionale Stefano Casali, presidente del gruppo consiliare Centro Destra Veneto...

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LA POLEMICA
VENEZIA A Venezia c'è un racket dei mendicanti? È quello che si chiede il consigliere regionale Stefano Casali, presidente del gruppo consiliare Centro Destra Veneto - Autonomia e Libertà, assai preoccupato per l'aumento vertiginoso del numero di questuanti in centro storico. «Da ormai due anni a Venezia vedo gli stessi mendicanti, sempre nei medesimi punti della città denuncia Casali - Meglio verificare se dietro questo fenomeno non ci sia un vero e proprio racket che sarebbe inaccettabile oltre che illegale». Mendicanti africani si vedono sui ponti, nelle calli, nei campi. Si avvicinano e chiedono una offerta con insistenza ai turisti come ai veneziani fermi a chiacchierare o che stanno facendo la spesa in un mercato rionale, che escono da un supermercato o sono seduti a un bar. Sono ovunque, a volte con i vestiti rattoppati e scarpe rotte, altre volte vestiti all'ultima moda e con il cellulare. Dai controlli della Polizia municipale i questuanti di colore, provenienti per lo più dalla Nigeria e dal Senegal, sono quasi tutti regolari e molti hanno un permesso umanitario, arrivando da zone di guerra. Come i mendicanti rumeni, molti di loro arrivano in treno a Santa Lucia al mattino presto insieme ai pendolari e si spartiscono le zone. «Ho segnalato questo mio timore con una nota al sindaco Luigi Brugnaro - puntualizza Casali - Sono solito recarmi a piedi presso la sede del consiglio regionale che si trova a palazzo Ferro-Fini, in via XXII Marzo, camminando da piazzale Roma alla sede stessa, attraversando campo Santa Margherita, direzione Accademia. Questo lo faccio regolarmente da due anni e mezzo, ossia dalla data di insediamento del Consiglio. Ho notato che da moltissimi mesi, forse addirittura anni, vi sono ragazzi africani sempre gli stessi e nei medesimi posti, che chiedono lelemosina. La circostanza che i ragazzi siano sempre gli stessi e nei medesimi punti prescelti, fa ipotizzare che questi non siano mendicanti occasionali e quindi per necessità momentanea, ma professionisti' e che tale attività sia pianificata».

«Magari dietro la stessa attività vi è un vero e proprio racket- conclude Casali - Ho pensato di segnalare al sindaco questo fatto ai fini di una collaborazione istituzionale e perché valuti se fare opportune verifiche». (d.gh.)
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Il Gazzettino