(R.T .) Don Savino D'Amelio, paroco di Amatrice, ieri faceva la spola tra l'obitorio

(R.T .) Don Savino D'Amelio, paroco di Amatrice, ieri faceva la spola tra l'obitorio
(R.T .) Don Savino D'Amelio, paroco di Amatrice, ieri faceva la spola tra l'obitorio allestito all'aperto e il viale che portava al centro operativo e lungo la strada un po'...

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(R.T .) Don Savino D'Amelio, paroco di Amatrice, ieri faceva la spola tra l'obitorio allestito all'aperto e il viale che portava al centro operativo e lungo la strada un po' respirava e un po' lasciava libera di scendere una lacrima. Ma non aveva scampo, lungo la strada c'era un paese da consolare, tanti genitori e nonni senza più una ragione di vita. I figli, i nipoti. Li conosceva tutti don Savino. C'era Sergio, di 13 anni, viveva a Rocchetta, una piccola frazione, anche lui inghiottito dal boato che devastato un paese. «Era vivace, splendido, pensava alla vita, al futuro. Era appassionato di animali, dava una mano al papà in campagna». Don Savino deve dar pace ma non ne ha. «Ha fatto la cresima quest'anno - ricorda - ho parlato con il padre Eugenio, la fede viene a crollare, mi ha detto: “un mese fa l'ho portato al Santuario di Loreto, questa è la grazia che mi ha fatto la Madonna». Don Savino si ferma, affaticato a pensare, poi riprende: «Però hanno Sara l'altra figlia». «Li conoscevo tutti. C'era chi aveva appena fatto la cresima e altri che invece abitavano a Roma ed erano qui dai parenti», dice. Ogni ragazzino ha un volto e un nome per lui. Non quello, straziato, irriconoscibile che rimandano le immagini del pc ai piedi di un albero nell'obitorio allestito in quella che era una casa di cura, un secolo fa un alloggio per bambini orfani. «C'era Caterina, la figlia del macellaio di Amatrice, anche lei ha fatto la cresima quest'anno», don Savino snocciola ricordi, alla fine comincia a confondere famiglie, cognomi, ha visto troppi morti, ha benedetto una dozzina di bambini, tanti giovani, una piccola di 18 mesi.

Nel parco giochi all'inizio della città, invaso dalle tende dei volontari si affacciano papà imbarazzati con bambini per mano, in cerca di briciole di normalità. Per un bambino salvato tra gli applausi, ce ne sono altri per cui i genitori hanno smesso di sperare. Il sindaco Pirozzi punta a far partire regolarmente la scuola, parla di container, ma tutto intorno non c'è traccia di vita. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino