QUINTO «Stiamo attendendo che i sindaci ci chiamino». Francesco Benazzi,

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QUINTO«Stiamo attendendo che i sindaci ci chiamino». Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca, non ci gira attorno. L'azienda sanitaria è pronta ad avviare...

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QUINTO
«Stiamo attendendo che i sindaci ci chiamino». Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca, non ci gira attorno. L'azienda sanitaria è pronta ad avviare un'indagine per valutare gli effetti dell'inquinamento causato dal Canova sulla salute di chi abita a ridosso della pista. I sindaci di Treviso, Quinto e Zero Branco, Giovanni Manildo, Mauro Dal Zilio e Mirco Feston, avevano chiesto un vero e proprio studio epidemiologico in vista del possibile sviluppo dell'attività dell'aeroporto che punta a toccare nel 2030 quota 22.499 voli (+22% rispetto ad oggi) per 3,2 milioni di passeggeri (+35% rispetto ad oggi). L'Usl ha subito risposto che lo studio epidemiologico non era possibile. Non per i costi: sarebbero stati sufficienti 20mila euro. Ma perché i risultati non sarebbero stati attendibili. Gli esperti del dipartimento di Prevenzione hanno messo le mani in avanti specificando che sarebbe di fatto impossibile distinguere l'inquinamento causato dagli aerei da quello prodotto dalle auto e dai camion che intasano la strada Noalese. Di contro, però, la stessa Usl provinciale ha proposto l'avvio di una task force per monitorare gli effetti del Canova sull'ambiente circostante, in particolare sulla qualità dell'aria e dell'acqua, con il supporto dell'Arpav. Ma non può prendere l'iniziativa da sola. «Dobbiamo incontrarci con i sindaci per capire cosa fare: vedo ancora molta incertezza su questo fronte spiega Benazzi non tocca all'azienda sanitaria convocare il tavolo per iniziare a discutere del monitoraggio ambientale dell'aeroporto. Spetta ai sindaci farlo. Nel momento in cui ci sarà la convocazione, come Usl siamo disponibili a partecipare assieme all'Arpav per portare il nostro contributo».

L'ATTESA

Fino a quando Treviso, Quinto e Zero Branco non alzeranno il telefono, insomma, non si muoverà nulla a livello di indagini sanitarie. Sempre ammesso che i tre municipi siano d'accordo a sedersi tutti assieme attorno allo stesso tavolo. Tra Treviso e Quinto, non è un mistero, non scorre buon sangue in tema di aeroporto. Si vedrà. Nel frattempo si attendono nuove dalla commissione per la valutazione dell'impatto ambientale che sta studiando il master plan da 53 milioni di euro targato Save/AerTre, società di gestione dello scalo, per lo sviluppo dell'attività del Canova. L'ultimo appuntamento risale al 2 ottobre con il sopralluogo della commissione regionale tra i tetti delle case di Quinto divelti a causa dei vortici d'aria causati dagli aerei che sorvolano il centro a bassissima quota. Nel frattempo l'aeroporto ha riaperto i battenti dopo quindici giorni di stop. Lo scalo è rimasto chiuso dal 4 al 18 ottobre per permettere i lavori di sistemazione della pista. Nelle ultime due settimane tutti i circa 60 voli al giorno sono stati dirottati al Marco Polo di Venezia. Ieri mattina gli aerei hanno ripreso a muoversi sulla pista dello scalo di Treviso. Il primo aereo è atterrato alle 7.20: un WizzAir proveniente da Bucarest. Da quel momento la situazione è tornata alla normalità.
Mauro Favaro
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Il Gazzettino