«Questo secolo asiatico visto dagli occidentali»

«Questo secolo asiatico visto dagli occidentali»
L'INCONTROUna lezione di storia per meglio capire tutto ciò che si muove tra Oriente e Occidente: è quella offerta ieri a Pordenonelegge da Federico Rampini, autore di Oriente e...

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L'INCONTRO
Una lezione di storia per meglio capire tutto ciò che si muove tra Oriente e Occidente: è quella offerta ieri a Pordenonelegge da Federico Rampini, autore di Oriente e Occidente. Massa e individuo (Einaudi), in collegamento da New York. Il direttore del Gazzettino, Roberto Papetti, che dalla sala colloquiava con lui, ha definito il libro «da leggere perché parla di mondi apparentemente lontani, ma forse mai così vicini». Da parte sua Rampini, dispiaciuto per la lontananza, ha affermato che se fosse stato a Pordenone si sarebbe «avvicinato ad alcuni temi del libro: esso nasce dalla mia vita vissuta, parla di luoghi e di personaggi che conosco. Non è un libro di geopolitica, ma di storia. Vi invito a fare con me un viaggio in tempi e luoghi diversi, addirittura partendo da una storia che inizia 2500 anni fa».

SI PARTE DA LONTANO
E allora il viaggio parte da Confucio e da Buddha «due giganti della cultura e delle civiltà orientali, ma grandi per tutti, anche in Occidente. Anche ora il pensiero confuciano orienta la vita di due miliardi di persone. Tutta la filosofia presocratica in Grecia è influenzata dall'Oriente. I greci sono i primi a immaginarsi il mondo in termini di scontro-incontro, da quando Erodoto racconta le guerre tra Grecia e Persia. Erodoto era suddito dell'impero persiano ma sta dalla parte dei greci, che vincono perché sono individui, convinti dei loro valori. In Oriente, racconta Erodoto, c'è il regno della massa, mentre in Grecia troviamo l'individuo che poi nel tempo diventerà detentore della libertà, dei diritti».
E allora come siamo cambiati nel tempo? «L'Oriente è smisurato - dice Rampini -, l'Europa è limitata, la popolazione è differente, persino la storia è assolutamente diversa: la nostra nasce con la Grecia e Roma, assai più recente di quella orientale. Questo ha comportato per noi grossi complessi di inferiorità. Colombo non avrebbe mai scoperto l'America se non avesse letto il Milione di Marco Paolo e fosse rimasto affascinato da quell'Oriente favoloso; poi il gesuita Matteo Ricci nel 500 va in Cina per evangelizzare certo, ma anche per conoscere quella realtà, una civiltà così diversa dalla nostra; c'era poi anche un'altra ragione, ma segreta: la ricerca di un'alleanza contro un altro Oriente, quello islamico molto più vicino a noi».
ATTRAVERSO I SECOLI

Passano i secoli e si apre uno strappo, l'Europa diviene molto avanzata e gli europei cercano di colonizzare la Cina, l'Oriente portandosi però al seguito anche scienziati per una migliore conoscenza di quella realtà. Davanti a questa avanzata dell'Occidente, per l'Oriente - Giappone in primis - inizia un'altra storia: gli orientali vogliono imitare l'Occidente cercano di apprendere le tecnologie, ma calandole in un contesto di valori ancestrali, mantenendo così la loro cultura». Papetti chiede come sono percepite le differenze e se esse siano reali. Rampini spiega che il libro contiene anche viaggi trasversali ma connessi, uno dei quali riguarda il ruolo e la concezione stessa della donna in Oriente e gli stereotipi occidentali in materia: una certa mentalità ha considerato l'Occidente maschio e l'Oriente femmina, pensiamo alla vicenda di Elena di Troia o al mito di Dioniso e alle sue propaggini ancora vive anche da noi. Infine, secondo Papetti, i libri di Rampini non offrono certezze, ma seminano dubbi: i rapporti tra Oriente e Occidente stanno cambiando? «Nella storia non ci siamo solo combattuti - conclude lo scrittore - ci siamo anche sedotti e le religioni hanno il loro peso. C'è stato un tempo in cui le religioni orientali venivano mistificate dai romantici europei contro il materialismo occidentale. La pandemia è uno di quei cataclismi che accelera il pendolo della storia. Oggi il pendolo vira verso Oriente, che assume una nuova centralità. Il nostro sarà il secolo asiatico. Ma attenzione: di Oriente non c'è n'è uno solo e di questo dobbiamo tener conto».
Nico Nanni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino