Quella guerra dimenticata contro l'orrore del Califfato

Quella guerra dimenticata contro l'orrore del Califfato
IL TESTIMONEROVIGO Davide Grasso, Tirej, ha compiuto nel 2016 la stessa scelta di Marco Gelhat, partecipando alla liberazione di Raqqa, e domani sarà a Rovigo per raccontare la...

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IL TESTIMONE
ROVIGO Davide Grasso, Tirej, ha compiuto nel 2016 la stessa scelta di Marco Gelhat, partecipando alla liberazione di Raqqa, e domani sarà a Rovigo per raccontare la propria esperienza e chiarire cosa sia il Rojava e la guerra di liberazione e la rivoluzione che lo hanno attraversato. Grasso, 38 anni, torinese, militante e attivista, ha affidato il racconto a un libro, Hevalen, che sarà appunto al centro dell'incontro in programma per domani sera alle 21, organizzato dall'Arci in via Celio, nella sala a fianco della Provincia.

INCONTRO ALL'ARCI
La sua presenza sarà l'occasione per capire a fondo le ragioni della scelta del 23enne di Rovigo che è in questo momento ad Afrin, in Siria, flagellata dalle bombe turche. In occasione della visita di Erdogan in Italia, lo scorso 5 febbraio, insieme agli altri due compagni italiani, combattenti volontari nella brigata internazionale, Marco Gelhat aveva diramato una nota: «Siamo tre italiani di Rovigo, Roma e Firenze combattenti volontari in Siria nelle Unità di protezione popolare Ypg. Mentre vi arrivano queste righe le bombe dell'artiglieria turca cadono sulle nostre teste. Gli Jihadisti supportati da Ankara avanzano cercando di penetrare nel nostro territorio. Centinaia di civili sono stati colpiti e l'aggressione si sta lentamente trasformando in una carneficina. Il popolo di Afrin è parte di quella realtà di combattenti che ha resistito a Kobane, liberato Raqqa e inferto le più dure sconfitti ai terroristi di Isis contribuendo alla caduta del califfato. Abbiamo visto con i nostri occhi donne e bambine in fuga dai loro villaggi venire colpiti a morte. Ci appelliamo a Papa Francesco e al Governo italiano affinché si pronuncino sull'aggressione turca e i crimini perpetuati dai gruppi jihadisti supportati da Ankara. Non lasciamo soli gli uomini e le donne che hanno donato tutto per liberare il mondo da Isis ed instaurare un modello democratico unico in medio oriente ed oltre».
LONTANI DAI RIFLETTORI

La guerra in corso non è particolarmente seguita dai media, Né lo sono le sorti degli italiani che si trovano ad Afrin. La manifestazione di sabato a Roma è servita anche a riportare al centro dell'attenzione questa drammatica questione internazionale. Rovigo, città dalla quale Marco lo scorso settembre, non appena laureatosi in Storia all'università di Bologna, ha deciso di partire per unirsi alle milizie curde, le Ypg, l'Unità di protezione popolare.
F.Cam.
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Il Gazzettino