Quattordici posti per l'ospedale di comunità

Quattordici posti per l'ospedale di comunità
SAN DONÀ DI PIAVE«Tutto pronto per l'ospedale di comunità alla casa di riposo Monumento ai caduti». Ad annunciarlo è il sindaco Andrea Cereser in merito a una delle funzioni...

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SAN DONÀ DI PIAVE
«Tutto pronto per l'ospedale di comunità alla casa di riposo Monumento ai caduti». Ad annunciarlo è il sindaco Andrea Cereser in merito a una delle funzioni che svolgerà la struttura di via San Francesco, dopo che nei giorni scorsi l'assessora regionale alla Sanità Manuela Lanzarin ha deliberato l'accreditamento per 14 posti letto.

NELLA NUOVA SEDE
Gli spazi in costruzione in via Calnova, infatti, saranno adibiti alla principale funzione assistenziale e alle cure più intense, mentre la vecchia casa di riposo in centro città ospiterà nuovi servizi, tra cui l'ospedale di comunità, una sorta di ospedale intermedio aperto a persone di tutte le età che hanno bisogno di un'assistenza più intensa di quella domiciliare, ma non di un ricovero ospedaliero.
A COSA SERVIRÀ
«L'ospedale di comunità ospiterà i pazienti dimessi dall'ospedale che non possono tornare subito a casa spiega Cereser Si prevede una permanenza in media di 15 o 20 giorni, con la presenza di medici che possono controllarne le cure e lo stato di salute. Avrebbe dovuto partire nel 2019, ma la disciplina regionale ha attraversato alcune vicissitudini, compresa l'emergenza sanitaria, per cui siamo arrivati a questo punto. Stiamo progettando il modello di assistenza del futuro, uno dei punti del programma di mandato. Questa struttura intermedia ha l'obiettivo di avvicinare la sanità al territorio, utile a sostenere le famiglie che non sono in grado di gestire i familiari che hanno superato la fase acuta. È una delle conseguenze della nuova rsa, che potrà liberare degli spazi, appunto, nella struttura storica che si possono prestare ad altre funzioni tra cui quella sanitaria».
IL PROSSIMO PASSO
«Sarà la convenzione con l'Ulss 4 e nell'arco di un paio di mesi saremo pronti conferma Paolo Dalla Bella, amministratore delegato di Isvo Impresa socio-sanitaria del Veneto orientale che si occupa della struttura si tratta di un approccio diverso per l'assistenza a coloro che vengono dimessi dall'ospedale. I primi 30 giorni di degenza sono a carico dell'Ulss, poi è prevista una compartecipazione da parte del paziente».
ECONOMIE
Il presidente dell'ipab Giorgio Maschietto precisa che «il costo giornaliero di questi ricoveri è inferiore a quello ordinario in ospedale. Il punto di forza della sede di via San Francesco è trovarsi in centro, accessibile con facilità anche per quanto concerne gli altri servizi erogati dall'ipab tra cui il centro diurno, che presuppone l'assistenza senza il ricovero e l'assistenza domiciliare svolta per conto del Comune. Per l'ospedale di comunità è stato adattato un reparto già esistente, il modulo rosa, con un investimento di 250mila euro. Si rafforza la sinergia con Isvo a cui è affidata la gestione».
Il progetto relativo all'ospedale di comunità rientra tra i progetti portati avanti nel tempo dai precedenti cda dell'ipab, presieduti in particolare da Carlo Beraldo e nel 2016 da Carlo Patera, di professione medico di famiglia e del lavoro, ora consigliere comunale di opposizione, appartenete al Gruppo Misto.

Davide De Bortoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino