Quaranta isolati e tende in ospedale

Quaranta isolati e tende in ospedale
LA PAURA DEL CONTAGIOROVIGO Tutti negativi i test per il Coronavirus eseguiti a Rovigo per i sei pazienti sotto osservazione. Per tre di loro il risultato dell'analisi del...

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LA PAURA DEL CONTAGIO
ROVIGO Tutti negativi i test per il Coronavirus eseguiti a Rovigo per i sei pazienti sotto osservazione. Per tre di loro il risultato dell'analisi del tampone, inviato ai laboratori specializzati, era già arrivato domenica, per gli altri tre è invece arrivato ieri. Quattro di questi pazienti si trovavano ricoverati all'ospedale Santa Maria della Misericordia, due invece alla casa di riposo Città di Rovigo. «Un elemento confortante rimarca il direttore generale dell'Ulss 5 Polesana Antonio Compostella Il sistema sta analizzando a tappeto secondo una logica del potenziale rischio e questi risultati, così come quelli arrivati dalle centinaia di tamponi eseguiti sul personale sanitario e sui pazienti dell'ospedale di Schiavonia, tutti negativi, sono un segnale incoraggiante».

MONITORATI IN CORSIA
Intanto tutti e sei restano comunque ricoverati e monitorati, così come sono sotto costante controllo anche i circa quaranta polesani che si trovano in isolamento domiciliare cautelare. «Si tratta spiega ancora il dg Compostella di una misura dettata dal criterio epidemiologico, che interessa quei soggetti che pur non presentando alcuna sintomatologia abbiano avuto contatti diretti o indiretti con le aree più a rischio. Il loro isolamento è una misura di estrema precauzione, che si rende necessaria proprio per evitare ogni forma di contagio».
L'osservazione con ricovero e tampone scatta per chi presenti sintomi, anche lievi, compatibili con il coronavirus e abbia anche un elemento di contatto con le aree a rischio, mentre scatta l'isolamento precauzionale per chi non presenta sintomi ma è transitato o ha avuto rapporti diretti con chi sia transitato, oltre che dalla Cina, dall'ospedale di Schiavonia o nella cosiddetta zona rossa del primo focolaio veneto, a Vo', luogo di residenza dei primi due pazienti con contagio conclamato, i coniugi Trevisan, poi ricoverati, appunto, a Schiavonia. Proprio Adriano Trevisan, 78 anni, è stato il primo morto italiano per coronavirus.
L'ORDINANZA
Per quanto riguarda i limiti imposti dall'ordinanza emanata congiuntamente dal presidente della Regione Luca Zaia e dal ministro della Salute Roberto Speranza, illustrata domenica sera nel vertice in Prefettura con tutti i primi cittadini del Polesine, non sono mancate alcune differenze di vedute. Come sul fronte dei mercati settimanali: per alcuni è stata decisa la sospensione, per altri, come a Rovigo, no. Ma in entrambi i casi, fortunatamente, le critiche solitamente abbondanti sono state molto ridotte, perché pare diffusa la consapevolezza di una situazione delicata. La vis polemica, in ogni caso, si è comunque manifestata. Anche quando, ieri, sono arrivati i chiarimenti dalla Regione in merito all'ordinanza, che hanno portato a riconsiderare alcune misure. Per palestre, piscine, doposcuola e, in generale tutte le strutture e attività che non prevedono particolari concentrazioni di persone, è stata disposta la riapertura.
TENTATIVI DI TRUFFA
C'è anche chi ha cercato di approfittarsi in modo vigliacco della situazione, tentando una subdola truffa. La Questura, infatti, ha raccolto due segnalazioni di altrettanti tentativi di truffa, uno a Mardimago e uno a Sarzano, di persone che hanno suonato al campanello spacciandosi per falsi sanitari e parlando di fantomatici test per coronavirus da eseguire a domicilio. Ovviamente non è in atto alcuna misura di questo tipo e si tratta, presumibilmente, di biechi truffatori. In tutti e due gli episodi registrati il contatto non è andato oltre il citofono. Entrambe le vittime designate non cadute nel tranello, fra l'altro, erano particolarmente giovani. Uno addirittura un 17enne rimasto a casa per la chiusura delle scuole.
TENDE IN OSPEDALE

Su richiesta del direttore generale, questa mattina saranno montate due tende pneumatiche, al momento stoccate a Schiavonia, vicino al Pronto soccorso di Rovigo, per fare il triage degli accessi e nel caso procedere con il protocollo sanitario. La Protezione Civile per l'operazione ha attivato 5 squadre: due del nucleo provinciale, due di Rovigo, una di Villadose.
Francesco Campi
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Il Gazzettino