Quando i Ricordi spengono l'emozione

Quando i Ricordi spengono l'emozione
Lui è un depresso cronico che vede tutto nero, lei un'ottimista che...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Lui è un depresso cronico che vede tutto nero, lei un'ottimista che ama il lato positivo della vita. Colpo di fulmine durante una festa a Ponza, passione travolgente, meglio andare a vivere insieme. Ma solo per un po': gli equilibri si sfaldano, l'amore sprofonda, lei diventa un po' più triste, lui un pelino più allegro. A dieci anni di distanza dal poetico Nove inverni, Valerio Mieli torna a raccontare un'altra storia d'amore partendo però da un altro punto di vista, quello dei ricordi, muovendosi avanti e indietro nel tempo in un fast forward e rewind sempre ingannevole. Perché le memorie, spesso, non collimano, i ricordi di uno stesso evento a volte non convergono, gli sguardi non si incontrano, e i sentimenti, il più delle volte, finiscono per contaminare pensieri, azioni e parole. Ecco allora che il viaggio emozionale ed emotivo in soggettiva nell'anima e nelle psicologie dei due protagonisti (il solito cupo e tenebroso Luca Marinelli e l'imbambolata Lina Caridi) si carica di continue proiezioni, slittamenti di tempo, piccoli flash, immagini che rimandano ad altro: un suono, un profumo, un colore, un sapore, un corpo. L'ambizioso Mieli mira in alto: si affida al suo indubbio talento visivo per costruire un puzzle di volti, sguardi e sensazioni che faticano a trovare il cuore delle emozioni, vittime della propria bellezza formale. E incollandosi a volti, corpi e occhi dei suoi protagonisti, li insegue attraverso boschi verdi segnati da alberi geometrici, tra nebbie e brume di giardini e ville antiche, fra memorie che fluttuano come i capelli rossi di un'antica amata, in continui controluce e primi piani sognanti che richiamano l'ultimo Malick, pose statuarie alla In the mood for love e richiami agli esperimenti di Gondry. Il che, a lungo andare, finisce per appesantire il fluire del racconto, per altro piuttosto esile, ingabbiato dalla propria struttura visiva ma soprattutto raggelato da una bellezza che soffoca l'emozione. Tanto da rendere i suoi protagonisti, ricordi compresi, mai davvero interessanti.

Chiara Pavan
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino