(f.cam.) Ha vinto la sua battaglia e, nonostante il suo problema congenito agli occhi, potrà conseguire la patente. L'ha deciso il Consiglio d Stato che ha accolto l'appello di...
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Ancora una volta, tuttavia, la donna non si è persa d'anima e, anzi, a proseguito con ancora più vigore nella propria battaglia. Difesa dagli avvocati Andrea Bordignon e Isabella Angelini, si è appellata al Consiglio di Stato, spiegando che la decisione del Tar sarebbe stata viziata dalla mancata considerazione della sua condizione di «monocola funzionale» e che la norma di riferimento prevede che il candidato debba possedere «un'acutezza visiva di non meno 0,8, raggiungibile anche con lente correttiva se ben tollerata». Lei, da esami eseguiti anche al Punto sanità dell'Ulss 18, risulterebbe in possesso di una vista con sue lenti in visione binoculare di 0,9-10/10, superiore a quello minimo di 0,8 richiesto dalla normativa per i soggetti monocoli.
Il Consiglio di Stato ha nominato un'apposita commissione medica che ha accertato che la donna ha i requisiti previsti per i soggetti monocoli, precisando che tale risultato si ottiene solo quando tiene aperto l'occhio ipovedente. E questo spiega il diverso esito della visita della Commissione medica locale che ha ritenuto di dover svolgere l'esame facendole chiudere l'occhio ipovedente.
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Il Gazzettino