Pur malata agli occhi può avere la patente

Pur malata agli occhi può avere la patente
(f.cam.) Ha vinto la sua battaglia e, nonostante il suo problema congenito agli occhi, potrà conseguire la patente. L'ha deciso il Consiglio d Stato che ha accolto l'appello di...

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(f.cam.) Ha vinto la sua battaglia e, nonostante il suo problema congenito agli occhi, potrà conseguire la patente. L'ha deciso il Consiglio d Stato che ha accolto l'appello di una donna residente in città che, a causa del suo «strabismo con nistagmo», era stata giudicata non idonea al conseguimento della patente B per insufficiente acutezza visiva dalla Commissione medica locale. Dopo aver già conseguito il cosiddetto «patentino», aveva poi deciso di prendere anche la patente B, ma il 12 maggio 2014 era arrivato il no dell'oculista. La donna, però, non si è arresa ed ha impugnato il giudizio al Tar. Anche in questo caso è però arrivata una bocciatura: il tribunale amministrativo ha respinto il ricorso, rilevando che non disponesse dei requisiti minimi previsti dalla normativa che prevede che «il candidato al rilascio della patente di guida debba possedere un'acutezza visiva binoculare complessiva, anche con correzione ottica, di almeno 0,7, raggiungibile sommando l'acutezza visiva posseduta da entrambi gli occhi, purché il visus nell'occhio che vede peggio non sia inferiore a 0,2».

Ancora una volta, tuttavia, la donna non si è persa d'anima e, anzi, a proseguito con ancora più vigore nella propria battaglia. Difesa dagli avvocati Andrea Bordignon e Isabella Angelini, si è appellata al Consiglio di Stato, spiegando che la decisione del Tar sarebbe stata viziata dalla mancata considerazione della sua condizione di «monocola funzionale» e che la norma di riferimento prevede che il candidato debba possedere «un'acutezza visiva di non meno 0,8, raggiungibile anche con lente correttiva se ben tollerata». Lei, da esami eseguiti anche al Punto sanità dell'Ulss 18, risulterebbe in possesso di una vista con sue lenti in visione binoculare di 0,9-10/10, superiore a quello minimo di 0,8 richiesto dalla normativa per i soggetti monocoli.

Il Consiglio di Stato ha nominato un'apposita commissione medica che ha accertato che la donna ha i requisiti previsti per i soggetti monocoli, precisando che tale risultato si ottiene solo quando tiene aperto l'occhio ipovedente. E questo spiega il diverso esito della visita della Commissione medica locale che ha ritenuto di dover svolgere l'esame facendole chiudere l'occhio ipovedente.
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Il Gazzettino