Puppato (Pd): è il fallimento di Zaia Berti (M5s): lo ripetiamo da mesi

Puppato (Pd): è il fallimento di Zaia Berti (M5s): lo ripetiamo da mesi
VENEZIA - Pedemontana Veneta, a un anno di distanza dalla prima relazione sulla superstrada a pagamento la Corte dei conti torna a puntare i riflettori su una serie di criticità...

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VENEZIA - Pedemontana Veneta, a un anno di distanza dalla prima relazione sulla superstrada a pagamento la Corte dei conti torna a puntare i riflettori su una serie di criticità dell'opera, dall'estrema lentezza dei lavori all'esistenza di clausole contrattuali particolarmente favorevoli al concessionario. L'unico dato non rilevato dai magistrati contabili, come sottolinea il commissario di Governo Silvano Vernizzi, è proprio quello contabile: danni erariali non ce ne sono. Non, almeno, al momento.

Il giudizio della Corte dei conti - Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato - è datato 9 novembre 2017 ed è stato diffusa ieri con un comunicato stampa. Il contenuto ricalca il giudizio già espresso un anno fa, con la deliberazione del dicembre 2015.
La relazione - recita la nota della Corte dei conti - conferma le criticità riscontrate lo scorso anno, quali, fra le altre: l'estrema lentezza dell'iter dell'opera; i costi della struttura commissariale che si sovrappongono a quelli degli organi ordinariamente deputati alle stesse funzioni; le carenze progettuali; la portata di alcune clausole della convenzione; le difficoltà inerenti all'esecuzione dell'opera; l'esistenza di clausole contrattuali particolarmente favorevoli al concessionario; gli oneri e le penali e la loro rilevanza per i bilanci pubblici; le problematiche di ordine ambientale rilevate dal Ministero competente; il lievitare dei costi. E ancora: Il ricorso al partenariato pubblico-privato non ha portato i vantaggi ritenuti suoi propri, rendendo precaria ed incerta la fattibilità dell'opera stessa. Appare evidente, infatti, la difficoltà a far fronte al closing finanziario, ricorrendosi, in contrasto con i principi ispiratori della finanza di progetto, all'intervento di organismi pubblici, al fine di superare le criticità dell'operazione, dovendosi valutare anche la traslazione del rischio di mercato sul concedente, in contrasto con la ratio del ricorso alla finanza di progetto. Poi c'è tutta una parte sulla gestione commissariale che scadrà a fine anno: A poche settimane dalla fine del mandato del commissario delegato, istituto sul quale il Dipartimento della Protezione civile ha avanzato perplessità, circa la futura titolarità della competenza alla continuazione dell'opera, si profila - scrive la Corte dei conti - una situazione di incertezza». Infine i magistrati contabili ritengono «necessario provvedere ad una rapida definizione delle procedure espropriative».
Tutti rilievi già mossi con la relazione del 2015. «La Corte dei conti - commenta il commissario Silvano Vernizzi - non rileva alcun danno contabile. Le sue considerazioni sono di carattere generale, verrebbe da dire quasi con risvolti politici».

E mentre le opposizioni in Regione attaccano (Laura Puppato, Pd: «La Pedemontana è un monumento al fallimento di Zaia, se una cosa del genere fosse successa al Governo Renzi la Lega starebbe già strillando alle dimissioni»; Andrea Zanoni, Pd: «La Corte dei Conti certifica l'incapacità della Regione e del commissario Vernizzi»; Jacopo Berti, M5s: «Un organo dello Stato dice nero su bianco quello che noi ripetiamo da mesi»), resta da capire come evolverà la vicenda. Dopo l'assist arrivato dall'Anas, che si è detta disponibile a entrare nella partita ma soprattutto ha certificato che l'opera è «redditizia», Cassa depositi e prestiti darà il placet al project bond da 1,6 miliardi?
Al.Va.
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Il Gazzettino