Puliranno le strade, i giardini, i marciapiedi di Verona. A farlo saranno cinquanta

Puliranno le strade, i giardini, i marciapiedi di Verona. A farlo saranno cinquanta
Puliranno le strade, i giardini, i marciapiedi di Verona. A farlo saranno cinquanta dei 200 profughi ospitati in città, a partire da lunedì 20 luglio sotto la supervisione di...

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Puliranno le strade, i giardini, i marciapiedi di Verona. A farlo saranno cinquanta dei 200 profughi ospitati in città, a partire da lunedì 20 luglio sotto la supervisione di Amia, la municipalizzata veronese che si occupa di igiene ambientale. È quanto prevede il protocollo d'intesa sottoscritto ieri fra Prefettura, Comune di Verona, Amia, cooperativa Il Samaritano-Caritas diocesana, Centro cooperazione giovanile internazionale. L'obiettivo, come avvenuto già in altri comuni veronesi, a partire da Nogara che ha siglato per primo in Veneto quest'accordo a maggio, è consentire ai profughi di svolgere attività socialmente utili, superando i vincoli del loro status, ovvero il fatto che essendo richiedenti asilo politico non potrebbero avere, per legge, un contratto di lavoro. La forma utilizzata è simile a quella dell'apprendistato, con un'assicurazione Inail che copre eventuali incidenti.

Il protocollo è stato firmato dal prefetto Salvatore Mulas, dal sindaco Flavio Tosi, dal presidente di Amia Andrea Miglioranzi, dal direttore della Caritas monsignor Giuliano Ceschi, dal direttore dell'Ostello della gioventù Villa Francescatti, Fiorenzo Scarsini. Il progetto, che avrà la durata di sei mesi, coinvolge 24 dei 60 profughi alloggiati al Samaritano e 25 profughi dei 90 ospitati all'Ostello. Saranno impiegati in attività di pulizia di strade, piazze e aree verdi cittadine, con la supervisione di un tutor per ciascun gruppo di lavoro e con la vigilanza di Amia, che curerà anche la formazione preventiva.

L'orario di lavoro sarà articolato su 3 giorni la settimana, dalle 8,30 alle 12,30. Amia fornirà ad ognuno la necessaria attrezzatura e un giubbino. «In un'ottica di integrazione e solidarietà sociale - ha spiegato il neoprefetto Mulas - oltre che per scongiurare situazioni prolungate di inoperosità, abbiamo dato vita a un percorso di formazione che consenta ai ragazzi stranieri di imparare come si lavora in Italia e di rendersi utili a vantaggio della comunità che li ospita». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino