Psicosi e caccia all'introvabile mascherina «Ma usala solo se pensi di essere malato»

Psicosi e caccia all'introvabile mascherina «Ma usala solo se pensi di essere malato»
LE PROTEZIONIMESTRE L'ordinanza diffusa ieri sera dal ministro della Sanità e dal presidente della Regione del Veneto è chiara: Usare la mascherina solo se sospetti di essere...

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LE PROTEZIONI
MESTRE L'ordinanza diffusa ieri sera dal ministro della Sanità e dal presidente della Regione del Veneto è chiara: Usare la mascherina solo se sospetti di essere malato o assisti persone malate. Significa che la mascherina serve per le persone malate che cercano di proteggere gli altri, non se stessi. Eppure la mascherina è l'oggetto più ricercato ormai da settimane.

Nelle ultime ore, dopo la morte di un anziano a Vo' Euganeo e gli altri undici casi di contagio conclamato tra i Colli e il Veneziano, è scattata la caccia. Lo conferma il presidente di Federfarma Veneto, Alberto Fontanesi: «La corsa all'acquisto di mascherine nelle farmacie venete era stato piuttosto blanda fino a venerdì, ma nelle ultime ore la situazione è precipitata. Da sabato mattina abbiamo visto un'impennata folle delle vendite». Ieri i primi cinque clienti della farmacia di Fontanesi volevano tutti la stessa cosa: una mascherina. E pensare che per proteggersi serve a ben poco.
I MODELLI
Esistono due tipi di mascherina. C'è quella semplice, con l'elastico o i laccetti, in tessuto usa e getta, che viene consegnata anche ai pazienti in ospedale e che serve per evitare la diffusione di contagio. Chi indossa la mascherina è infatti malato o presunto malato.
Poi c'è la mascherina professionale, quella con la valvola: è l'unica in grado di proteggere dal contagio e viene indossata infatti dal personale medico o, trovandola, dalla persone sane che vogliono evitare di ammalarsi. Ma da sola, neanche la mascherina con la valvola è sufficiente perché servirebbe anche la visiera per proteggere gli occhi, esattamente come fanno i sanitari dei reparti di Malattie Infettive.
I CONSIGLI
Cosa fare, allora, per proteggersi? Se non si hanno sintomi, il consiglio del ministero della Salute è principalmente quello di lavarsi le mani. Le regole sono state ricordate anche nell'ordinanza emanata ieri sera: lavarsi spesso le mani con acqua e sapone oppure con le soluzioni idroalcoliche. Solo che anche quelle sono andate a ruba, non se ne trovano quasi più. E ancora: evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute, non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani, coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce, pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol
E infine, qualora non necessario, evitare luoghi chiusi e di aggregazione. L'ordinanza cerca anche di evitare la psicosi. Ad esempio: prodotti made in China e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi. E può stare tranquillo chi in casa tiene canto o gatti: gli animali da compagnia - hanno specificato ministero e Regione - non diffondono il nuovo coronavirus.
L'APPELLO
Tant'è, la convinzione per i più è che la mascherina comunque serva. Davanti all'ospedale di Schiavonia il consiglio della Protezione civile è di averla a prescindere e infatti i carabinieri che già venerdì sera avevano bloccato gli accessi la indossavano tutti. Resta il fatto che l'articolo adesso è introvabile. Di qui l'appello di Fontanesi ai produttori di mascherine: «Dare la precedenza nell'approvvigionamento, dopo gli ospedali e gli operatori sanitari, al canale delle farmacie, e in particolare a quelle delle regioni interessate in questo momento dalla circolazione del virus».
DIETRO IL BANCO

Per quello che riguarda invece le necessità di informazioni da parte dei farmacisti su come comportarsi per gestire al meglio la situazione, Fontanesi dice di non aver avuto consiglio: «Per il momento non abbiamo avuto indicazioni da parte delle autorità, se i colleghi in Veneto debbano o meno utilizzare mascherine quando sono dietro al bancone e quale altre misure prendere per proteggersi, oltre a una più frequente disinfezione degli ambienti, che stiamo già attuando. Speriamo arrivino il prima possibile».
Al.Va.
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Il Gazzettino