Provincia, partenza in salita

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Ore 14.03: la Provincia di Pordenone (o quel che resta dopo la modifica voluta dalla Regione) ha un nuovo presidente: Claudio Pedrotti. Con lui in giunta Elisa Coassin e Francesca Cardin. Poco più di tre ore di dibattito, molte parole, rivendicazioni, promesse, moniti, richieste di collaborazione, aperture e chiusure di crediti (politici s'intende) sono bastati a cancellare il vecchio corso dell'Ente intermedio e ad aprire quello nuovo che avrà un obiettivo: portare ad esaurimento la Provincia. Per ora, però, "si balla" e tutte le deleghe restano in campo al nuovo consiglio e alla "mini giunta".

Prima Repubblica. Clima non certo da grandi occasioni ieri mattina nonostante l'evento, al punto che la sala consigliare tolti i dipendenti provinciali (sicuramente interessati) e gli addetti ai lavori, era pressochè vuota. Di gente "normale", insomma, neppure l'ombra. Non è un buon segno. Del resto il dibattito per lunghi tratti non ha avuto nulla di innovativo, anzi, lo stile "prima repubblica" nonostante nel frattempo sia cambiato il mondo, non facilita certo l'avvicinarsi dei cittadini. Il clichè, tra l'altro previsto dalla legge regionale, non aveva certo nulla di originale: presentazione del programma, discussione, voto e ... tutti a casa. Anzi, a pranzo.
Sempre le stesse cose. Anche l'impostazione del dibattito ha seguito vecchi schemi con il centrodestra (almeno una parte) ancora con il dente avvelenato per la liquidazione di Alessandro Ciriani senza passare dal voto popolare (probabilmente avrebbe vinto) e il centrosinistra a lanciare propositi già sentiti (ma mai messi in campo), triti e ritriti, come il fatto che serve un unico gestore dei rifiuti, uno unico per la gestione idrica, che la montagna va valorizzata, che il territorio deve essere difeso, che serve la banda larga e via discorrendo. Tutte cose che si sentono almeno da due, forse tre lustri. Chissà perchè se non sono state fatte sino ad ora dovrebbero essere realizzate adesso che l'Ente è in liquidazione e che presidente, assessori e consiglieri, non hanno neppure l'investitura popolare.
Il grande assente. Nei 16 punti di programma, illustrati da Claudio Pedrotti nel suo primo intervento ancora senza "corona", non è stata mai pronunciata, neppure un volta, la parola "lavoro". Eppure la Provincia su questo fronte qualche competenza la mantiene (per ora) con i Centri per l'impiego, così come - è innegabile - si tratta della prima emergenza. Hanno rimediato poi Antonio Di Bisceglie e lo stesso Claudio Pedrotti appena diventato presidente. Entrambi hanno spiegato che sarà uno dei temi e degli obiettivi principali sui quali impegnarsi di più.
Già tempo di ricorsi. La "Nuova Provincia" parte già con un vulus: la legge regionale, infatti, spiega che devono essere eseguite due votazioni in due date diverse, una per approvare il programma, l'altra per eleggere presidente e giunta. Ieri, invece, è stata fatta una sola. C'è una circolare esplicativa della Regione che lo consente, ma per Forza Italia, Lega, Nuovo Centrodestra e Fratelli d'Italia non basta. Al momento del voto i rappresentanti di quei movimenti sono usciti riservandosi di chiedere chiarimenti in Regione. L'Udc ha invece votato contro mentre Giuseppe Pedicini si è astenuto.

Appoggio esterno. Via libera al nuovo corso votato dalla maggioranza composta da Pd, Coordinamento delle Civiche e Sinistra. Due voti in più, ma con richiesta alle opposizioni di collaborare "per il bene del Friuli Occidentale". Del resto la Sinistra, come ha spiegato Sonia D'Aniello che la rappresenta, ha dato solo l'appoggio esterno. Tutto come vent'anni fa.
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Il Gazzettino