Protesta dei migranti contro la burocrazia

Protesta dei migranti contro la burocrazia
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«Troppa burocrazia. Siamo qui da mesi, vogliamo andarcene». Circa 200 migranti di origine africana, ospitati nel grande centro di accoglienza di Bagnoli di Sopra, nel Padovano, sono scesi in protesta, ieri mattina, contro i tempi eccessivamente lunghi dell'iter per ottenere lo status di rifugiati. La manifestazione, che si è svolta proprio in orario di punta, tra le 7 e le 9, ha fatto andare in tilt il traffico della zona. Su tutte le furie i residenti, diretti ai posti di lavoro, costretti a lunghe deviazioni. I portavoce del comitato Bagnoli dice no, sul piede di guerra dal caso di tentato stupro di marzo da parte di un nigeriano ospitato nella struttura ai danni di due donne della zona, si sono lamentati pesantemente per la situazione.

I manifestanti agitavano cartelli in italiano, francese e inglese, gridando basta. Gli ospiti del centro hub protestavano contro i lunghi tempi di attesa che intercorrono tra la presentazione della domanda di rifugiato e il suo accoglimento o respingimento. Nell'ex base ci sono persone che aspettano da oltre dieci mesi.
La tensione è salita per i disagi legati al blocco del traffico, tanto che è volata anche qualche offesa all'indirizzo dei richiedenti asilo da parte degli automobilisti. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno evitato che la situazione esplodesse.
«È inaccettabile che si protesti per le lungaggini burocratiche. Si sa che ci vuole tanto tempo per sbrigarle - commenta il sindaco di Bagnoli, Roberto Milan - Quanto accaduto dimostra l'inadeguatezza di questo sistema di accoglienza».

Sulla questione è intervenuto anche il prefetto di Padova Renato Franceschelli, invitando i primi cittadini a scendere a compromessi: «Cerchiamo la collaborazione dei sindaci del territorio. Sono convinto più che mai che l'accoglienza diffusa metta al riparo tutti da sorprese, soprattutto i sindaci. Infatti se un giorno avessi la necessità di sistemare un drappello di profughi imposti da Roma, dovrei agire d'imperio sui territori di chi non collabora».
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Il Gazzettino