Un trentenne con problemi di droga che dà in escandescenze in pronto soccorso, minaccia i sanitari, litiga con un altro paziente in attesa, tira fuori un coltellino, si calma...
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I fatti sono semplici. Tra il pienone del lunedì mattina, al pronto soccorso si presentano anche due giovani: uno in crisi di astinenza vuole del metadone, mentre l'amico, pure tossicodipendente, dice di essersi fatto male a una spalla cadendo da un ponte. É quest'ultimo ad alzare la voce da subito, pretende di avere delle gocce. "O spacco tutto" urla ai sanitari. Poi se la prende con il padre di un bambino che attende di essere visitato. Lo offende. L'altro ribatte: "Vieni fuori che ti faccio vedere". Sono momenti di tensione crescente. Nelle mani del trentenne spunta un coltellino. I sanitari chiamano il vigilante in servizio all'interno dell'ospedale che arriva, ma non può far molto. Viene chiesto l'intervento della Polizia che invia sul posto una volante. Solo a quel punto il trentenne si calma. E i poliziotti lo denunciano per minacce aggravate.
«Non è la prima volta che capitano episodi del genere e il personale così non lavora serenamente - commenta Luciano Ferro, della Uil Fpl - Già anni fa avevamo chiesto al questore l'istituzione di un punto fisso di polizia. Invece hanno messo un servizio di vigilanza, che ha dei limiti come ha dimostrato questo episodio. Ci sono state tante novità negli ultimi tempi al pronto soccorso: la nuova sala d'attesa, con la filodiffusione, la tv... Tante cose bellissime per l'utente, per carità. Ma il personale resta all'osso, i letti sono pochi e non si è risolta una priorità come la sicurezza». (r. br.) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino