Profughi, si assegna il maxi appalto

Profughi, si assegna il maxi appalto
IL CASOUDINE Mai come ora il tema dei profughi è sotto i riflettori. La nuova giunta regionale a trazione leghista guidata da Massimiliano Fedriga, nella sua prima seduta, ha...

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IL CASO
UDINE Mai come ora il tema dei profughi è sotto i riflettori. La nuova giunta regionale a trazione leghista guidata da Massimiliano Fedriga, nella sua prima seduta, ha scandito a chiare lettere il suo stop all'accoglienza diffusa. A Udine, sulla stessa lunghezza d'onda, il neosindaco Pietro Fontanini, dopo neanche una settimana, ha annunciato che il progetto comunale Aura (che oggi dà alloggio a 300 persone) alla scadenza di dicembre non sarà prorogato. E proprio in questo quadro arriva al rush finale il bando milionario, suddiviso in 4 lotti, per la gestione del centro all'ex caserma Cavarzerani, dove oggi i migranti sono circa duecento. Un bando che, in campagna elettorale, aveva offerto materia di dibattito (e polemiche) ai candidati, sia per il tetto (320 posti rispetto ai 550 della prima gara annullata) sia per l'aumento del budget per il primo lotto (con una quota quasi raddoppiata, da 9,50 a 20,77 euro Iva esclusa a profugo al giorno), quello finito sotto la lente all'epoca dell'appalto originario, annullata dopo che alcuni soggetti potenzialmente interessati avevano fatto presente che la quota prevista allora era, secondo loro, troppo bassa.

I TEMPI
Come annuncia il prefetto di Udine, Vittorio Zappalorto, «la prossima settimana sapremo chi si aggiuidicherà l'appalto. Abbiamo chiesto dei chiarimenti su alcune offerte arrivate che avevano delle anomalie. Stiamo aspettando che scadano i termini per le risposte». Questione di una manciata di giorni. Alla scadenza del 9 aprile le offerte presentate, complessivamente, erano state 19. Come chiarisce la viceprefetto Gloria Allegretto «martedì scade il termine dato pressocché a tutte le ditte a cui abbiamo dovuto fare delle richieste integrative. Sono sei: due per il primo lotto per i servizi alla persona e la gestione del centro, due per la fornitura dei pasti e due per il lotto delle pulizie. Per il quarto lotto (pocket money, effetti letterecci, vestiario) era arrivata un'offerta sola, ma è stata esclusa in corso di gara perché non c'erano i presupposti: per questo lotto possiamo fare una trattativa privata, anche non necessariamente con uno degli offerenti degli altri». Per quanto riguarda gli altri lotti, «abbiamo stilato una graduatoria provvisoria e le prime due offerte per ciascun lotto risultavano anomale. Fra il progetto proposto, il personale e i servizi indicati e il prezzo, c'era qualche dubbio. La commissione deve dare degli indirizzi al Rup, che poi decide insindacabilmente. Abbiamo chiesto delle integrazioni. Credo che mercoledì tireremo le somme, dicendo al Rup il nostro comune sentire. È possibile che tutto venga definito entro il 1. giugno. Sicuramente prima del 2».
FONTANINI

L'idea del sindaco di Udine è quella di un centro unico, dove accogliere i migranti (nelle sue intenzioni pochi), che resteranno in città. «Non capisco - dice Fontanini - perché devono stare tutti a Udine. Possono andare anche in altre caserme in giro per la provincia, per esempio in Carnia o nella Bassa, in strutture dismesse. Ma non è compito mio, è compito del Prefetto». E Zappalorto ricorda che «ho già avuto modo di spiegare a Fontanini che finché le direttive del ministero restano quelle, non posso fare di testa mia. Aspetto che cambino le direttive e se mi diranno cerca altre caserme, non mettere più profughi nei comuni, mi adeguerò. Non è che sia affezionato all'accoglienza diffusa e contrario all'accoglienza concentrata. È una questione di diverse visuali politiche, che sono tutte legittime: il governo passato ne aveva una, questo ne ha un'altra, ben venga».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino