Profughi senza tetto, appello al prefetto

Profughi senza tetto, appello al prefetto
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Mentre la brutta stagione si avvicina anche più rapidamente del previsto e le temperature minime sono scese ormai sotto gli otto gradi, sono ancora più di quaranta i richiedenti asilo che dormono all'addiaccio: 45, per la precisione, quelli che negli ultimi giorni hanno usufruito della nuova mensa serale della Croce rossa, organizzata negli spazi del Villaggio del fanciullo. In media, secondo la rete solidale, dalla presentazione in Questura e dal riconoscimento dello status di richiedente asilo all'ingresso nell'hub per ciascuno di loro passa un mese. E la mensa resta per ora la sola parte realizzata del progetto originario della Cri di un refettorio e di un luogo in cui offrire ospitalità per la notte almeno a una parte delle persone senza un tetto. Per ora, nulla di concreto per quello che riguarda l'individuazione di un sito per il dormitorio, anche se vi sarebbero alcune ipotesi e qualcosa potrebbe muoversi la prossima settimana. Gli ostacoli al progetto portato avanti dal sodalizio guidato da Giovanni Antonaglia non mancano, da una parte il veto a realizzare la struttura nel territorio del Comune di Pordenone; dall'altro la necessità di individuare un sito che sia facilmente raggiungibile dal Villaggio del fanciullo, considerato che i richiedenti asilo vi si dovrebbero recare la sera dopo cena. Del resto il rischio è quello di arrivare all'appuntamento con l'inverno in una situazione analoga a quella di un anno fa, con l'amministrazione comunale costretta a chiedere la collaborazione delle associazioni di volontariato per mettere in campo un piano contro l'emergenza freddo. Intanto anche i volontari della Rete solidale sollecitano per l'ennesima volta la ricerca di una soluzione: Piove, fa freddo. I richiedenti asilo, sotto la protezione dello Stato aspettano in strada per un mese di media di entrare nei percorsi di accoglienza. La routine continua: ripararsi come si può dalla pioggia e dal freddo, ammalarsi e finire al pronto soccorso, dormire sul ciglio della strada. Di qui un nuovo appello al prefetto Maria Rosaria Laganà e all'amministrazione comunale: Dove è finito il progetto del dormitorio? Che misure sono state messe in campo per la prossima emergenza freddo? Ricordiamo che la salute pubblica di chi vive su un territorio comunale a qualsiasi titolo è responsabilità di chi governa la città.

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Il Gazzettino