Profughi, in cinquanta senza un tetto

Profughi, in cinquanta senza un tetto
Mentre si discute della questione del dormitorio della Croce rossa,...

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Mentre si discute della questione del dormitorio della Croce rossa, sono una cinquantina, in questi giorni, le persone che dormono all'aperto: sostanzialmente il doppio di quella che dovrebbe essere la capienza massima della struttura che la Cri sta allestendo in via Rotate. La maggior parte continua a gravitare nell'area della ex caserma Monti, dove i più attendono di entrare, mentre un numero più esiguo si sposta da un luogo all'altro della città, dove continuano i controlli da parte della Polizia municipale. Una situazione dunque di stallo, mentre si attende l'incontro con i residenti convocato per martedì, che servirà a sondare il terreno per quanto riguarda la disponibilità del quartiere a ospitare il dormitorio e le preoccupazioni che alcuni hanno già manifestato. Paure infondate secondo la rete solidale, che ricorda come la struttura abbia già ospitato, nel 2015, una ventina di richiedenti asilo nell'ambito del progetto di accoglienza Mare nostrum, quando fra le strutture destinate a ospitare i profughi c'era la ex Locanda al sole, oggi a sua volta trasformata in dormitorio. Il tutto, secondo la Rete, senza disagi per il quartiere e senza proteste. D'altra parte, fra gli aspetti sui quali mette l'accento il Comune per dire no alla struttura, ci sono le prevedibili difficoltà di gestione della struttura, considerato che il numero di posti letto disponibili sarà comunque inferiore alle necessità: La disponibilità di questa struttura - rimarca l'assessore alla Sicurezza Emanuele Loperfido - farà pensare che comunque a Pordenone una soluzione per l'alloggio si trova, e favorirà l'arrivo di altre persone. Proprio questo era uno degli aspetti che avevamo chiesto al presidente Giovanni Antonaglia di chiarire, come si potrà gestire la presenza di un numero di persone che sarà sicuramente superiore a quello che la struttura può ospitare. In sostanza, il timore è che possa crearsi una situazione simile a quella dell'hub in Comina, con decine di persone che non possono essere accolte e che stazionano all'esterno. Nel frattempo, nei giorni scorsi il prefetto Maria Rosaria Laganà ha comunicato l'ingresso di due nuovi Comuni nel novero di quelli nei quali sono stati reperiti immobili che potranno ospitare richiedenti asilo. Un vertice su questo è previsto in settimana a Trieste.

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Il Gazzettino