«Profughi in bici in autostrada? Allora lo facciamo anche noi»

«Profughi in bici in autostrada? Allora lo facciamo anche noi»
«I profughi possono fregarsene delle regole e andare in bici in autostrada? Allora lo facciamo anche noi». Già 2mila persone hanno assicurato che parteciperanno alla pedalata...

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«I profughi possono fregarsene delle regole e andare in bici in autostrada? Allora lo facciamo anche noi». Già 2mila persone hanno assicurato che parteciperanno alla pedalata in A4, da Padova a Venezia, per protestare contro la presidente della Camera Laura Boldrini. La goliardata è stata lanciata quasi per gioco da Matteo Stocco su Facebook, che ha creato un evento che ha ricevuto l'interesse di più di 6mila utenti un po' da tutta Italia. Il padovano propone agli interessati di ritrovarsi sabato 16 settembre alle 9.30 nel parcheggio dell'Ikea, per poi entrare in bicicletta in A4 in direzione Venezia. Ovviamente percorrere l'autostrada in bici è vietato, ma la provocazione è proprio questa e prende spunto dal recente video divenuto virale sui social, filmato da un poliziotto della stradale, che immortala uno straniero che pedala in sella a una Graziella nella corsia di emergenza della Torino-Bardonecchia. Di sottofondo si sente il commento dell'agente infarcito di frasi offensive nei confronti del profugo e della Boldrini, che sono costate al poliziotto la sospensione dal servizio e un procedimento disciplinare.

«Perchè alle risorse è permesso tutto e a noi nulla» si domanda l'organizzatore, che poi precisa: «La pedalata deve essere del tutto pacifica senza bandiere di partiti politici. L'unica bandiera ammessa è quella della vostra regione: Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, ed è aperta a tutti, famiglie comprese purché si rispecchi la vera motivazione di questo evento che è stato organizzato senza autorizzazioni per il semplice motivo che le regole in Italia non esistono».
Stocco spiega ciò che l'ha spinto a organizzare questa pedalata abusiva: «Amo il Vevento, ho 39 anni e sono nato a Padova. Vivo tra Padova e Venezia, ma non vedo un futuro certo per nessuno».

Ecco dunque via alla protesta volta a «ridare il posto di lavoro al poliziotto, dire stop all'invasione dell'immigrazione a casa nostra ed eliminare il reato di apologia del fascismo».
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Il Gazzettino