Profilassi, l'arma segreta di Regno Unito e Israele: «Qui non abbiamo l'Ema»

Profilassi, l'arma segreta di Regno Unito e Israele: «Qui non abbiamo l'Ema»
IL FOCUSROMA Corrono veloci le vaccinazioni nel Regno Unito e in Israele, e molti tra gli addetti ai lavori, spiegano che «ciò è possibile perché non hanno l'Ema, l'European...

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IL FOCUS
ROMA Corrono veloci le vaccinazioni nel Regno Unito e in Israele, e molti tra gli addetti ai lavori, spiegano che «ciò è possibile perché non hanno l'Ema, l'European medicine agency». Del resto, in fase di approvazione del vaccino AstraZeneca, quando doveva arrivare l'ok per l'utilizzo, l'autorità sanitaria centrale della Ue, ci ha messo un mese in più rispetto alla Gran Bretagna che, grazie a questo ritardo, è riuscita ad acquisire lo straordinario vantaggio sulla campagna vaccinale rispetto agli altri Paesi dell'Unione.

LE LITI
A gennaio scorso, poi, mentre l'Ema continuava a posticipare l'autorizzazione per le dosi anglo-svedesi, in una sorta di commedia del ridicolo, le autorità della Commissione litigavano con l'azienda per gli impegni non mantenuti nelle consegne.
Ora il nuovo fronte è quello che riguarda il vaccino russo Sputnik. Verrà sperimentato allo Spallanzani di Roma, anche se l'European medicine non ha ancora dato l'ok e ha deciso di inviare gli ispettori in Russia il 10 aprile prossimo. Tutto questo mentre Covid e varianti continuano a tenere sotto scacco praticamente l'Europa intera. Lo scontro tra il commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton e il presidente Vladimir Putin, che si è vaccinato ieri con uno dei tre composti sviluppati in Russia, sembra aver innescato una reazione a catena dagli effetti indecifrabili. Anche se l'iter di valutazione europeo proseguirà e il composto verrà testato in Italia sulle tre varianti del coronavirus più temibili in questo momento: inglese, brasiliana e sudafricana.
A questo scenario, già parecchio complicato, si sta aggiungendo la campagna velenosa dei no vax sulla Rete. Con l'effetto di ritardare ulteriormente le vaccinazioni tra defezioni e paure.
Nel frattempo, in attesa di una approvazione che si annuncia già molto lunga, la Russia si aspetta che, dopo l'Ungheria, altri Paesi dell'Ue approvino il vaccino a prescindere dalla valutazione dell'Ema.
IL CHIARIMENTO

L'ad del fondo sovrano russo, Kirill Dmitriev, responsabile della distribuzione internazionale del siero, ha chiarito che negli Stati che daranno via libera al vaccino, le prime dosi potrebbero arrivare già il mese prossimo. «Se sarà approvato probabilmente dopo giugno potremo consegnare 100 milioni di dosi a 50 milioni di persone nell'Ue entro tre, quattro mesi - ha dichiarato - Aspettiamo una delegazione dell'Ema a metà aprile e speriamo che la decisione sullo Sputnik V sia puramente scientifica, e non politica».
G. P.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino