TREVISO - Stava dirigendosi, in sella al suo scooterone, verso la valle di Zoldo, quando a Longarone si è scontrato contro una Mercedes. Un impatto che si sarebbe rivelato fatale...
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Lo scontro frontale si è verificato su una curva, quella che immette sulla rotonda di Igne, sulla strada provinciale 251. La Mercedes, all'interno della quale viaggiava un'anziana coppia di Longarone, scendeva sulla provinciale diretta casa. Al volante F.D.M. che non è riuscito a evitare lo scooterone 500 Piaggio, che proseguiva dal senso opposto di marcia. Lo schianto è avvenuto 50 metri prima della rotonda. Il centauro trevigiano, dopo l'urto è stato sbalzato dallo scooter ed è "volato" per decine di metri oltre la vettura perdendo il casco. Quando è finito a terra l'impatto con l'asfalto gli è stato fatale.
Immediata la richiesta di soccorso al Suem 118 lanciata dagli automobilisti in transito. L'elicottero è decollato dall'ospedale di Pieve di Cadore, ma i sanitari non hanno potuto fare altro che constatare la morte del 58enne trevigiano. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri con la pattuglia del Radiomobile della Compagnia di Belluno, i colleghi della stazione di Val di Zoldo e di Longarone. Oltre ai rilievi, i militari si sono occupati anche della viabilità. La provinciale, infatti, è stata chiusa dopo l'incidente e il traffico deviato nell'abitato di Igne. Intervenuti subito anche i vigili del fuoco di Belluno che hanno messo in sicurezza i mezzi e dato supporto nella viabilità.
La salma è stata portata all'ospedale di Belluno a disposizione della Procura che ha disposto il sequestro dei due mezzi coinvolti.
Un mistero, al momento, le cause e l'esatta dinamica dell'incidente avvenuto mentre lo scooterista si preparava ad affrontare la curva dove ha incrociato la Mercedes. Un errore di manovra? Una distrazione da parte di uno dei due conducenti? Tutte le ipotesi per ora sono aperte e al vaglio degli inquirenti.
La morte di Favaro, che era sposato e aveva un figlio e una figlia, lascia un grande vuoto nell'istituto steineriano di Sant'Ambrogio di Fiera, dove insegnava da anni. Allievi e genitori sono unanimi nel ricordarne la passione e l'impegno. «Aveva un'incredibile abilità nel dialogo e una notevole capacità di comunicare», spiega la madre di un frequentante. Seguiva i suoi alunni anche durante le vacanze. E in quel viaggio senza ritorno in montagna andava a trovare proprio uno di loro.
R.T.
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Il Gazzettino