Prof picchiato, alunno promosso

Prof picchiato, alunno promosso
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Prof picchiato, alunno promosso. Il consiglio di classe delle medie Casteller ha deciso mettendo nero su bianco i risultati di fine anno: nessuna conseguenza scolastica per il 12enne finito al centro delle cronache lo scorso dicembre. Era il 23 dicembre quando il padre dell'alunno affrontò il professore di matematica Giuseppe Falsone accusandolo di aver spinto il figlio durante la ricreazione. Un caso, finito sui tavoli della magistratura, che rimbalzò subito nelle cronache nazionali veicolato dalla trasmissione Le Iene di Italia Uno. «Volevo portarlo fuori- disse il padre dell'alunno davanti alle telecamere - perché mi mostrasse come aveva spinto mio figlio. L'avrei pestato. Poco ma sicuro».

LA RICOSTRUZIONE
Quella che si è consumata alle medie Casteller sarebbe stata una sorta di vendetta nei confronti dell'insegnante, colpevole di aver rimproverato l'alunno che non voleva, come tutti gli altri compagni, uscire durante le ricreazione, violando così il regolamento d'istituto. Era stato il collaboratore scolastico a chiedere l'intervento dell'insegnante dopo il rifiuto dello studente di lasciare il proprio banco per andare in cortile. Il docente aveva quindi accompagnato fuori il ragazzo, sollecitandolo per un braccio. Mossa non gradita al ragazzino che una volta a casa raccontò tutto ai genitori. Da lì il colloquio, fissato due giorni dopo. L'esito del faccia a faccia è cosa nota, con Falsone spintonato e raggiunto da un paio di ceffoni durante quello che doveva essere un semplice chiarimento. A seguito dell'episodio, denuncia a parte, aveva destato molto stupore l'apertura di un procedimento disciplinare - poi chiuso senza conseguenze - nei confronti dell'insegnante, definito un atto dovuto dalle autorità scolastiche.
LA TESTIMONIANZA
In questa storia emblematica, dopo la quale Falsone si è sfogato scrivendo una lunga lettera al ministro Fedeli in cui si è lamentato di esser stato lasciato solo dalla scuola, si inseriscono poi le dichiarazioni in tivù del padre dell'alunno, che senza andare tanto per il sottile e per nulla disposto a scusarsi, ha spiegato alle Iene: «Ho fatto vedere a mio figlio che ha un padre che per lui fa di tutto». E la moglie ha pure rincarato la dose: «Abbiamo insegnato una cosa a tutti i professori: non devono alzare le mani sui ragazzi. Questo è il modo giusto ed è così che si risolvono problemi del genere».
IN TIVU'
All'inviato delle Iene il genitore ha spiegato, senza tanto andare per il sottile, come sono andate le cose: «Mio figlio non voleva uscire in cortile durante la ricreazione perchè aveva i jeans strappati e aveva freddo. E il professore l'ha toccato brutalmente. Non erano spintoni normali, ma colpi per buttarlo fuori: per questo sono andato da lui. Gli volevo chiedere dove aveva preso il potere di mettere le mani addosso a mio figlio, e lui ha cominciato subito ad alterarsi. E in quel momento l'altro figlio che era con me (un 16enne), l'ha colpito alla nuca. Il professore ha detto che sarebbe partita una denuncia e io gli ho dato uno spintone chiedendogli se era così che aveva spinto mio figlio». La cosa, in verità, rischiò di degenerare ulteriormente, tant'è che venne subito chiesto l'intervento di una pattuglia dei carabinieri. I quali, a fatica, riuscirono a riportare tutti alla calma.
LE INDAGINI

Percosse, minacce, interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale. Le ipotesi di reato formulate nei confronti del genitore del 12enne comprendono sia reati perseguibili d'ufficio che a querela di parte. Sul caso si era mossa anche la polizia locale di Treviso, visto che la famiglia del ragazzino risiede a cavallo tra il comune di Ponzano e il capoluogo. Nei confronti del fratello del 12enne invece è stato aperto un fascicolo dalla procura dei minori.
Valentina Dal Zilio
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Il Gazzettino