Prodi: «Uniti sulle idee, l'Ulivo non è irripetibile»

Prodi: «Uniti sulle idee, l'Ulivo non è irripetibile»
ROMA - Sorride Romano Prodi. Con quella sua tipica espressione gentile del «mavalààà...», rivolta a chi gli dice: «Prof, sta per tornare in campo?». No, il ritorno nella...

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ROMA - Sorride Romano Prodi. Con quella sua tipica espressione gentile del «mavalààà...», rivolta a chi gli dice: «Prof, sta per tornare in campo?». No, il ritorno nella battaglia politica quotidiana l'inventore dell'Ulivo non lo contempla. Eppure una sorta di patriottismo riformista - in lui sempre esistente - in questa fase di sbandamento post-referendario sta spingendo l'ex premier a intervenire non solo sulla politica estera ma anche sui destini della sinistra italiana. E proprio mentre tutti parlano dell'esigenza di un nuovo Prodi e molti spererebbero nel Prodi originale come post-Renzi, l'ex premier fa ingolosire con uscite così: «Occorre dare vita a un nuovo riformismo». Di più: «L'esperienza di un centrosinistra unito non è irripetibile», ha detto ieri parlando a Bologna. A patto di «mettersi insieme su delle idee. Occorre ricominciare a parlare di politica. Di problemi veri, come la distribuzione del reddito, l'occupazione, la scuola».

Così, negli ultimi giorni, l'unico leader storicamente dimostratosi capace di battere il centrodestra ha intensificato il suo impegno nel tracciare una via d'uscita dalle secche attuali del Pd. Di fronte all'entusiasmo di Pierluigi Bersani («Parole sacrosante quelle di Romano»), i renziani subito si attivano per sottrarre la carta Prodi ai nemici interni. Ecco il vicesegretario dem, Guerini: «Ho molto apprezzato le parole dell'ex premier. E il Mattarellum è lo strumento migliore per corrispondere alla sfida dell'Ulivo».

Il consiglio prodiano alla sua parte politica è anche quello di credere nel governo Gentiloni. A cui lui ha messo a disposizione, senza nulla in cambio, la sua sapienza di politica internazionale e la sua ampia rete di rapporti che Renzi non ebbe la furbizia di sfruttare e di cui Gentiloni invece intende fare tesoro. In verità, una volta anche Renzi chiamò Prodi a Palazzo Chigi, quando si parlava del Prof come inviato di pace in Libia e tutte le parti in causa lo volevano. Quella volta, Matteo disse a Romano: «Tra due anni potresti andare alla guida dell'Onu e noi ti appoggeremo». Poi è andata come è andata. Comunque Gentiloni, dando a Prodi l'importanza che ha, intende anche mandare un segnale rassicurante al popolo di centrosinistra, dopo tre anni di tensioni continue. La ricucitura che l'attuale premier ha posto come base della sua esperienza di governo insomma riguarda anche il Prof e ciò che egli rappresenta.
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Il Gazzettino