Prime condanne per lo spaccio alle Torri

Prime condanne per lo spaccio alle Torri
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TRIBUNALE
ROVIGO Piccole quantità di droga che passavano di mano all'ombra delle Torri. Era piazza Matteotti, più precisamente i giardini scarsamente illuminati, il luogo dove giovani e giovanissimi si presentavano per acquistare con regolarità modeste quantità di hashish e marijuana. A rifornirli, in particolare, un quintetto variegato.

Due di loro, un 35enne di origini nigeriane residente a Polesella e un 19enne nato in Albania e residente a Villadose, sono stati condannati dal giudice per le udienze preliminari Silvia Varotto rispettivamente a 3 anni e 2 mesi e a 8 mesi, sospesi. Per entrambi le indagini hanno ricostruito cessioni a minorenni, la differenza nella pena è dovuta al fatto che, mentre al 19enne, Aurel Molla, difeso dall'avvocato Stefania Marivo, è stato addebitato un volume di vendita di circa una ventina di grammi, in altrettante occasioni, da giugno 2016 a ottobre 2017, quindi tale da far rientrare tutto nella valutazione dello spaccio di lieve entità, al 35enne Ehis Itulah, difeso dall'avvocato Marco Zancanaro del foro di Ferrara, invece, circa un etto, da luglio 2016 a novembre 2017, con una rete di clienti abbastanza estesa. E come risulta dagli atti d'indagine, «deteneva in più occasioni, al fine di cederla a terzi, sostanza stupefacente del tipo marijuana, anche suddivisa in dosi, in quantitativi pari a 50 grammi circa».
MINORE COINVOLTO
Per entrambi, a gennaio, insieme agli altri tre, il giudice preliminari aveva disposto delle misure cautelari, per Itulah gli arresti domiciliari e per Molla il divieto di dimora in Polesine, poi modificate a febbraio, per il primo nella custodia cautelare in carcere e per il secondo nell'obbligo di firma. Insieme a loro ieri il gup Varotto doveva giudicare anche un 19enne marocchino, residente a Ceregnano, ma il suo difensore, l'avvocato l'avvocato Paolo Guidorzi, ha sollevato l'eccezione della minore età del ragazzo all'epoca dei fatti, accolta dal giudice che ha così trasmesso gli atti al Tribunale per i minorenni di Venezia.

A portare alla luce il giro di spaccio, proprio al termine dell'estate dello scorso anno, quando i giardini del Castello erano finiti al centro dell'attenzione per una serie di episodi, dagli alterchi alle scazzottate, in un caso perfino con una giovane ragazza che aveva rimediato un pugno in faccia, è stata la Squadra mobile che ha avviato indagini già a inizio settembre. Il 30 agosto di quell'anno, fra l'altro, la Squadra volanti, insieme al Reparto prevenzione crimine, aveva compiuto un blitz scenografico in pieno pomeriggio, con le auto parcheggiate a ridosso dei giardini. Quanto poi emerso con le indagini della Mobile, con interrogatori, perquisizioni e sequestri, ha portato lo scorso febbraio il sostituto procuratore Sabrina Duò a chiedere per i cinque indagati il giudizio immediato, disposto ad aprile dal giudice per le indagini preliminari Pietro Mondaini. E ieri, per due dei cinque, è arrivata la sentenza.
Francesco Campi
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Il Gazzettino