Prima grande convento, poi gloriosa sede militare

Prima grande convento, poi gloriosa sede militare
LA STORIAPADOVA Un cambio di casacca annunciato: da vocazione militare a trampolino di lancio per le nuove generazioni, culturalmente parlando. La Piave indossa l'abito accademico...

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LA STORIA
PADOVA Un cambio di casacca annunciato: da vocazione militare a trampolino di lancio per le nuove generazioni, culturalmente parlando. La Piave indossa l'abito accademico dopo una lunga peregrinazione identitaria attraverso i secoli. Quattro anni fa il Governo decise di mettere in vendita una parte del patrimonio dismesso della Difesa, 500 caserme in Italia, cinque in provincia di Padova tra cui, appunto, la storica Piave. Nel 2015 la caserma terminò la sua gloriosa attività iniziò così un dibattito sul suo futuro. Una discussione resa ancor più impegnativa dalla grandiosità e dalla centralità degli spazi.

La Piave, nella sua complessa strutturazione, sancì ed esaltò il rapporto tra militari e città: fino ai primi anni dell'Ottocento era un convento degli Agostiniani con due chiostri (uno dei quali non più esistente) e sessantasei camere abitabili, e contemplava la poi demolita basilica di Sant'Agostino (costruita nel 1300 circa), con belle opere d'arte, altari, dipinti ed affreschi (in particolare, una Pietà attribuita al Guariento, con splendidi angeli), spoglie di esponenti illustri. Tale e tanta roba di pregio che, secondo Piero Selvatico, si trattava del più bell'edificio religioso della città dopo Sant'Antonio. E poi cortili interni, portici, una grande area verde. Un'ala, nei secoli, divenne dormitorio per studenti di teologia. La trasformazione del monastero in infrastruttura militare risale alla dominazione francesce in Veneto quando, dopo la pubblicazione delle leggi napoleoniche anticlericali, molti beni della chiesa furono confiscati: quadri, opere e suppellettili vennero destinati ad altre chiese della Diocesi. L'antica chiesa, ormai sconsacrata, fu adibita a deposito per il fieno. Il materiale latterizio venne preso e riutilizzato per la realizzazione dell'ospedale militare che ne occupò larga parte, mentre un'altra parte si trasformò in caserma di cavalleria. Dal secondo Ottocento la Piave ospitò importanti reparti militari che con l'ingresso della Prima guerra mondiale furono largamente impiegati nel conflitto. Padova era ormai al centro di un territorio militarizzato. La popolazione in uniforme era pari a tremila unità, concentrata in grandi caserme tutte all'interno del centro storico, e la Piave ne era regina. Ancora visibili i vecchi e tipici edifici adibiti a scuderie con all'interno gli anelli per legare le briglie dei cavalli. In soldoni, la Piave è sicuramente l'infrastruttura miliare più nota a Padova: negli anni Duemila si è riconfigurata come centro documentale con oltre un milione duecentomila fascicoli delle varie classi di leva delle province venete, a partire dal 1859. Poi Comando Militare Esercito Veneto, quindi dal primo gennaio 2012 comando interregionale.
F.Cap.
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Il Gazzettino