Presentato «Distance» piattaforma artistica in esposizione tra Venezia e Addis Abeba

Presentato «Distance» piattaforma artistica in esposizione tra Venezia e Addis Abeba
Da Addis Abeba a Venezia, passando per Belluno. Caffè e arte si prendono a braccetto e nasce Distance. Il progetto numero due di Tales-on, piattaforma artistica permanente...

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Da Addis Abeba a Venezia, passando per Belluno. Caffè e arte si prendono a braccetto e nasce Distance. Il progetto numero due di Tales-on, piattaforma artistica permanente supportata dall'azienda bellunese Caffè Bristot, fa tappa in Etiopia e adotta cinque giovanissime fotografe. Haymanot Honelgn classe 1993, Hilina Mekonen classe 1988, Maheder Haileselassie del 1990, Netsanet Fekadu del 1988 e Luna Solomon del 1993 sono le protagoniste di Distance, un viaggio in scatti attraverso l'Africa che punta ad annullare le distanze, a superare le convenzioni, azzerare gli stereotipi. Insomma lo spazio inteso come puro concetto, tanto da pensare all'allestimento di due mostre gemelle in Italia e in Africa. Una avrà sede alla Scoletta del Tiraoro e Battioro in campo San Stae a Venezia, l'altra rappresenterà un evento collaterale all'interno del maxi contenitore dell'Addis Adeba. L'una prenderà il via venerdì, con vernissage giovedì alle 17.30, e proseguirà fino all'8 gennaio, l'altra sarà visibile nella capitale etiope dal 15 al 20 dicembre. Lontane ma vicine. Collegate da un filo rosso che parla di donne, di emancipazione, di un'arte a cui la ritrattistica e i servizi da matrimonio stanno stretti e, anche in Etiopia, vuole sentirsi libera di raccontare.

Per Caffè Bristot è una sorta di restituzione sociale. Perché l'Etiopia è uno dei Paesi produttori dei preziosi chicchi da cui l'azienda trae la sua materia prima, circa il 5 per cento del caffè distribuito in tutto il mondo da Bristot proviene da qui. «Da un punto di vista formale la distanza è misura, è il risultato di un processo che per essere determinato necessita di convenzioni, di strumenti e di calcoli spiega Marco Milan, curatore della mostra insieme alla fotografa di fama mondiale Aida Muluneh -. Ma non tutte le distanze sono misurabili, ecco allora che il prendere distanza può diventare atto culturale, un modo per sottolineare un bagaglio culturale nato da un territorio e da esperienze specifici».

Ogni artista partecipa alla collettiva con 30 immagini, tutte legate da una sequenza coerente studiata per raccontare una storia. Il progetto, ad allestimento finito, proseguirà con la pubblicazione di un libro in 500 copie, destinate a istituzioni culturali e opinion leader di tutto il mondo» (per informazioni www.tales-on.com).
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Il Gazzettino